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Editoriale

di Gaetano Borrelli

Il primo numero del 2016 della rivista dell’ENEA è anche il primo numero di cui ho l’onore di essere il Direttore Responsabile.

Questa responsabilità si apre con un argomento molto sentito a seguito della Conferenza internazionale tenuta a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre del 2015,  nella quale sono stati trattati i temi del cambiamento climatico, delle sue conseguenze e delle opportunità di mitigazione ed adattamento.

Molto spesso sosteniamo, a ragione, che il tema del cambiamento climatico abbia un carattere “globale”, ma, in realtà, riusciamo a trattarlo solo in maniera “locale”. Il passaggio dalle dichiarazioni internazionali alla sfera locale, cioè a dire dal nazionale in giù, ci impegna per prima cosa alla traduzione (linguistica ma anche contenutistica) di concetti nati in un contesto internazionale, non immediatamente intellegibili in un contesto locale. Ma è davvero possibile pensare che i problemi ambientali globali possano essere affrontati con un’ampia consapevolezza dei cittadini? Esiste una forma di democrazia, anche la più sofisticata, che possa mettere in pratica questi principi e allo stesso tempo affrontare problemi che dal punto di vista scientifico si presentano complessi? Come si può pensare di far quadrare il cerchio tra sviluppo e ambiente, tra globale e locale?

Il sociologo Ronald Robertson, nella sua analisi sulla globalizzazione, ha introdotto il concetto di “glocale”, sottolineando in questo modo che il globale e il locale non si escludono necessariamente. Poiché questi problemi non sono stati ancora risolti, spesso la conclusione è che la politica, stretta tra necessità di aderire ai trattati internazionali e difficoltà di agire di conseguenza sul territorio, finisce per assumere un carattere demotivante, trasferendo il problema in altri luoghi che non sono i nostri.

Nonostante ciò i cambiamenti climatici sono ormai entrati prepotentemente nell’agenda delle popolazioni, anche di quelle che non sono ancora state interessate in maniera diretta e pesante dalle loro conseguenze. Le problematiche relative ai cambiamenti climatici sono di tipo multifattoriale e sono spesso “enfatizzate” da una cattiva gestione del territorio. È questa la ragione per cui l’argomento viene qui trattato considerandone i molteplici aspetti ambientali, sociali ed economici. Infatti lo spazio “Focus”, introdotto da Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA, e curato dai ricercatori del Dipartimento, guarda a tutti gli aspetti della questione con l’intenzione di fornire un quadro quanto più esauriente delle tematiche e dei progressi che si stanno compiendo nel campo della previsione e della mitigazione.

I capi di Stato e di Governo di tutto il mondo che si sono riuniti a Parigi hanno molto discusso specie delle azioni da intraprendere per mitigare gli effetti e nella intervista a Hermann Ott e negli interventi di altri Autori si rende conto di ciò. Inoltre a Parigi è stato riaffermato il principio che le generazioni presenti hanno la responsabilità di vegliare affinché i bisogni e gli interessi delle generazioni future siano pienamente salvaguardati. È indubbiamente giusto, anzi potremmo dire moralmente corretto. Il problema è che a questa norma non si associa quasi mai un codice di comportamento, per cui a lungo andare, e di fronte a problemi più contingenti, il principio perde di attualità. Questo è l’aspetto di cui abbiamo chiesto di discutere in “Punto e contropunto” ai rappresentanti di Greenpeace e Confindustria. Se poi i punti di vista coincideranno significa che abbiamo fatto enormi passi in avanti.

Nel nostro piccolo, con questo primo numero 2016 della nuova rivista ENEA, desideriamo dare il nostro contributo alla comprensione dei temi globali e ambientali legati al cambiamento climatico, cercando il più possibile di dare spazio al mondo della ricerca, non solo ENEA ma anche appartenente ad altri Enti e alle Università.

La rivista ENEA si presenta oggi con diverse novità. La prima riguarda la periodicità, che sarà, da qui in poi, trimestrale e non più bimestrale. La seconda, invece, riguarda i contenuti: ogni numero, a cominciare da questo, avrà carattere monografico. Avvalendomi della collaborazione e supporto del Comitato Tecnico Scientifico che mi affianca in questo lavoro, sono stati già decisi gli argomenti dei numeri monografici del 2016, pur non escludendo la possibilità, di fronte ad eventi eccezionali, di aggiungere ulteriori monografie a quelle già previste.

Un’altra novità riguarda la fruizione. Stiamo lavorando per fare in modo che la rivista sia on line, in linea con quanto sta avvenendo in modo sempre più diffuso nel mondo editoriale italiano ed internazionale.

Veniamo adesso al format. Ogni numero della rivista sarà aperto da un editoriale del Direttore o del Curatore del numero. Seguirà una “Intervista” fatta a personalità rilevanti nel settore prescelto per la monografia. A questa seguirà il “Focus”, ovvero un gruppo di articoli incentrati sull’argomento trattato in quel numero, di carattere prevalentemente nazionale.

Un altro spazio, “Quadro internazionale”, sarà dedicato agli aspetti internazionali delle questioni trattate e sarà affidato prevalentemente a studiosi di altri paesi. “Punto e contropunto” è invece una rubrica dove sarà dato spazio ad opinioni e punti di vista differenti sul tema trattato.

Con “Spazio aperto” si intende, invece, dare voce ad argomenti che non rientrano nei temi della monografia ma che si ritengono di interesse e di attualità. Questa rubrica conterrà al massimo due articoli. L’ultimo spazio, “Cosa ci aspetta domani”, darà una anticipazione, tramite un articolo, dell’argomento trattato nella monografia successiva.

Per dare corso a tutto ciò abbiamo bisogno di tre cose: un ottimo Comitato Tecnico Scientifico, un ottimo gruppo che supporta tecnicamente la Rivista e la collaborazione dei colleghi ENEA che certamente non faranno mancare, come è sempre accaduto, la loro disponibilità e la loro competenza.

Volevo in conclusione citare i tre curatori di questo numero: Paola Carrabba, Sergio La Motta e Maria Rosa Virdis. Senza il loro lavoro questo numero non sarebbe uscito.

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