Copertina della rivista
Gilberto Dialuce

Perché vogliamo investire sui giovani

di Gilberto Dialuce
Presidente ENEA

Quando nel luglio scorso sono stato invitato dalle Commissioni competenti di Camera e Senato a illustrare il programma che avrei voluto portare avanti come presidente dell’ENEA, al primo posto ho indicato "il posizionamento sempre più importante sui temi della transizione ecologica, della sostenibilità, dell’energia, della ricerca e nel trasferimento di competenze alla PA, agli enti sul territorio, alle imprese, ai cittadini".  Tutto ciò attraverso un’ulteriore crescita e rafforzamento delle competenze, professionalità, azioni ed eccellenze dell’Agenzia per contribuire come leva strategica alla ripresa del Paese dopo un periodo così problematico.

Anche per questo ho accolto molto positivamente la notizia di un numero della nostra rivista scientifica Energia Ambiente e Innovazione dedicato ai giovani e al mondo della scuola,  per approfondire tematiche di particolare interesse per le nuove generazioni quali lo sviluppo sostenibile, il cambiamento climatico, l’economia circolare, le fonti rinnovabili, il capitale naturale, l’inquinamento di aria, acqua, suolo, la sicurezza alimentare, l’utilizzo di tecnologie più rispettose della salute e dell’ambiente per citarne solo alcune.   

Sono convinto che la transizione energetica ed ecologica richiedano un profondo cambiamento culturale e che, proprio per questo, sia necessario investire sui giovani, perché è da loro che può arrivare una spinta decisiva al cambiamento. Lo sottolinea con chiarezza la Commissaria Europea per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani Mariya Gabriel quando afferma che “le giovani generazioni sono diventate una voce potente per l'a­zione contro il cambiamento clima­tico. Tutti noi siamo stati testimoni dell'energia e dell'entusiasmo dei giovani, in Europa e in tutto il mon­do per cambiare il modo in cui or­ganizziamo le nostre vite, la nostra economia e la nostra società”.  E lo ha evidenziato con chiarezza il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nell’inaugurare la ‘Youth4Climate’, l’evento che ha riunito a Milano 400 giovani di 186 paesi impegnati nel cambiamento climatico. “E’ la prima volta che si fa un esperimento di governo dei giovani, un vero e proprio esperimento di governo del futuro. Questi giovani rappresentano una comunità immensa e saranno i futuri decisori”.

In questo contesto, il mondo della scuola ha un ruolo strategico: infatti, come dichiara il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi “se vogliamo realizzare il cambiamento necessario e preparare un futuro sostenibile, dobbiamo partire dalla scuola, il luogo in cui si formano le coscienze di studentesse e studenti, in cui si diventa cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri”. Da questa constatazione è nato il piano “RiGenerazione Scuola”, presentato prima dell’estate dal Ministro e dalla sottosegretaria Barbara Floridia per dare concretezza ad una transizione ecologica e culturale, mettendo insieme istituzioni, enti, organizzazioni territoriali, insieme a tutta la comunità scolastica.

Come ENEA siamo pienamente coinvolti nell’attuazione di questo Piano attraverso la partecipazione nel Comitato Tecnico-Scientifico di Tullio Berlenghi, componente del nostro Consiglio di Amministrazione, e nella Rete nazionale per l’implementazione delle iniziative in materia di sviluppo sostenibile nelle scuole – Green Community di Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali. Istituito nel 2015 per supportare la transizione verso nuovi modelli di produzione e consumo più sostenibili (blu-green economy, bioeconomia, economia circolare), favorire l’uso efficiente delle risorse e la chiusura dei cicli, la riduzione e mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici, la protezione del capitale naturale e la salvaguardia della salute, il Dipartimento conta più di 500 unità di personale qualificato in 13 Centri di Ricerca e grandi Laboratori sul territorio nazionale. L’attenzione al mondo della scuola e all’(in)formazione sui temi ambientali rientra nelle sue attività prioritarie anche nella prospettiva di promuovere la consapevolezza sulla necessità di cambiamenti culturali e nei comportamenti attraverso l’informazione e la conoscenza. Ma attività per insegnanti e studenti vengono realizzate da tutta l’ENEA, insieme a progetti di percorsi per le competenze trasversali, i cosiddetti PCTO, già alternanza scuola-lavoro e attraverso iniziative di e-learning sviluppate soprattutto durante il periodo della pandemia.

Nei miei 40 anni di esperienza nel settore dell’energia ho avuto modo di conoscere l’ENEA e di apprezzarne l’innegabile patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche e il costante impegno nel ‘portarle fuori’ dai laboratori per metterle a disposizione della società civile.

Di fatto, come istituzione di ricerca, vogliamo mettere a disposizione delle nuove generazioni informazioni, dati scientifici, soluzioni tecnologiche, affinché possano partecipare al cambiamento, alle decisioni importanti e costruire un futuro sostenibile.  Per questo vogliamo rafforzare il dialogo con loro e dare risposte alla loro voglia e al loro bisogno di conoscere, di informarsi, di capire e soddisfare, nella misura del possibile, la loro curiosità e la loro passione.

In questi anni ragazze e ragazzi di tutto il mondo hanno espresso le loro preoccupazioni per il futuro del pianeta con manifestazioni pubbliche, proteste contro gli adulti che “rubano il nostro futuro” e appelli ai potenti della terra a ‘’fare presto”. La collaborazione tra istituzioni e cittadini, supportata dagli esperti della ricerca, può essere, da questo punto di vista, la chiave di volta per evitare diffidenze e contrasti fra generazioni.

Siamo consapevoli che per garantire un futuro sostenibile occorre invertire la rotta, contrastare con decisione la crisi climatica e il consumo smoderato di risorse. E quanto stiamo vivendo in termini di emergenza sanitaria ci impone una riflessione ancora più ampia sulla necessità di ridisegnare il nostro modo di pensare e affrontare le questioni, mettendo al centro i concetti di vulnerabilità e resilienza, nonché di prevenzione.

La ricerca e l'innovazione possono avere una collocazione di primo piano in questo processo, rendendo disponibili strumenti per favorire la promozione e la trasformazione delle politiche in chiave sostenibile, per supportare modelli circolari di produzione, l’eco-innovazione nei cicli di vita e lo sviluppo di tecnologie, metodologie e strumenti che favoriscano l’integrazione di competenze diverse.

In questa prospettiva è possibile guardare con più ottimismo al futuro, a condizione, però, di promuovere un cambiamento strutturale e culturale che miri alla sostenibilità e alla transizione ecologica, attraverso un percorso inclusivo che preveda la collaborazione di tutti gli attori chiamati a scelte e azioni determinanti. Le istituzioni dovranno fornire politiche con chiare strategie e piani di azione; le imprese dovranno andare verso nuovi modelli di produzione e i cittadini ripensare con coraggio e responsabilità il loro stile di vita nella consapevolezza dell’importanza di tutelare il pianeta e le sue risorse a beneficio di tutti, come ci chiedono le nuove generazioni.

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