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Maurizio Casasco

Avvicinare imprese e ricerca per fare un salto di qualità sui mercati

Intervista a Maurizio Casasco, Presidente Confapi e Primo vicepresidente Cea-Pme (Confederazione europea delle Pmi)

Il sistema delle piccole e medie imprese ha degli assi formidabili da giocarsi nella competizione globale: è un’unica Silicon Valley del talento, dell’originalità, dell’eccellenza. Per fare un salto di qualità in mercati sempre più globalizzati, è fondamentale avvicinare le migliori università e i centri di ricerca, tra cui anche quelli pubblici, per tracciare un sentiero comune che ci permetta di lanciare brevetti e prodotti innovativi. E servono un mercato del credito alternativo al canale banche e soluzioni ottimali che consentano di utilizzare il risparmio

Presidente Casasco, lei ha più volte sottolineato che il tema dell’innovazione è strategico e deve andare ben oltre iniziative quali ‘Industria 4.0’. Che cosa è stato fatto e che cosa servirebbe ancora per una efficace politica in questa direzione?

Non c’è dubbio che l’innovazione sta portando avanti il nostro mondo. Ma le domande come verrà utilizzata la tecnologia? Queste nuove scoperte ci uniranno o ci divideranno? E ancora, che aspetto avrà il nostro futuro comune? non trovano una risposta sicura. La tecnologia deriva dall’umanità, ma l’umanità non può derivare dalla tecnologia. L’innovazione è l’insieme della conoscenza e la conoscenza è sì ricerca, ma anche cultura. Tim Cook – CEO di Apple – quando è venuto in Italia ha detto che: “Questo, è un Paese che dimostra che l’eccellenza significa fare ciò che è migliore, non ciò che è più comune”. È da qui che dobbiamo partire per attuare finalmente politiche industriali di sistema che tengano conto che le PMI sono l’ossatura portante del nostro sistema industriale e produttivo.

Lei ha lanciato la proposta di un ‘’Innovation Lab”: di che cosa si tratta?

Stiamo creando un “Innovation Lab” per far incontrare persone, aziende, centri di ricerca, idee con l’obiettivo di promuovere innovazione e progetti imprenditoriali in ottica di spin-in e con una chiara mission ad alto impatto di innovazione sociale. Uno spazio fisico e virtuale dove erogare servizi di formazione, ricerca tecnologica, design industriale, accelerazione e strategia a industrie, startupper, ricercatori e studenti (aspiranti imprenditori), per favorire la co-creazione di startup, spin-off e spin-in. Un luogo in cui i nostri imprenditori siano i mentori dei nuovi.

Nei processi innovativi è cruciale l'accesso a risorse finanziarie adeguate, specie in Italia dove il mercato dei capitali privati sembra stentare ad affermarsi e dove sommando ricerca pubblica e privata, si arriva all’1,3% del Pil a fronte dell’obiettivo europeo del 3%. In che modo e con quali strumenti si può migliorare e coinvolgere gli attori privati nel finanziamento di aziende innovative?

Lo dice Banca d’Italia: ci sono ancora ritardi sul fronte degli investimenti da parte delle PMI. Questa problematicità deriva principalmente dalla scarsa diversificazione delle fonti di finanziamento, con un forte ricorso a prestiti bancari a breve termine che non permettono di intraprendere percorsi di espansione di lungo periodo e che rendono l’impresa vulnerabile in caso di shock negativi.

In aggiunta, le PMI soffrono la concorrenza di grandi aziende nell’accesso al credito essendo spesso considerate più rischiose da parte delle banche. Infatti, solo il 23% degli impieghi totali sono impieghi verso le PMI. Lo dice la Banca d’Italia, ma non ne si tiene conto in ambito bancario, politico e nemmeno dalle parti della grande industria.

In Gran Bretagna, per esempio, il Bank referral scheme obbliga le banche che non concedono finanziamenti alle PMI a segnalare la richiesta a specifiche piattaforme di direct lending, agevolando così il prestito per quei progetti che non rientrano negli schemi di affidabilità degli istituti bancari.

Occorre quindi creare un mercato del credito alternativo al canale banche.

Gli strumenti che sono stati messi in campo in questa direzione non hanno funzionato come previsto. I Pir, ad esempio, nati con il nobile intento di indirizzare i flussi di risparmio privati verso le piccole e medie industrie, sono stati uno strumento poco utilizzato in quanto le imprese, per poter emettere tali strumenti finanziari, devono essere quotate su un mercato secondario e ciò taglia fuori tantissime PMI che non sono in grado di sostenere i costi di quotazione e i connessi costi di consulenza. Allo stesso modo, i mini-bond si sono alla lunga dimostrati uno strumento finanziario “tarato” più sulle grandi imprese. Bisogna trovare delle soluzioni ottimali che consentano di utilizzare quel valore aggiunto che è il risparmio.

Quali misure e strumenti sarebbero utili per incentivare la collaborazione tra aziende innovative ed Enti Pubblici di Ricerca?

Soffriamo terribilmente la concorrenza di altri continenti e Paesi che sono demograficamente più giovani e che godono di sistemi di produzione, mercato del lavoro e relative tutele, completamente differenti dai nostri. Competere in velocità e volume di produzione appare oggi impossibile: saranno sempre più veloci di noi. Ma, dalla nostra parte abbiamo la storia, la tradizione, l’expertise per superare questo gap.

Fondamentale è avvicinare le migliori università e i centri di ricerca, tra cui anche gli EPR, per tracciare un sentiero comune che ci permetta di lanciare brevetti e prodotti innovativi. Per far ciò occorre sviluppare sinergie comuni: solo così possiamo competere per vincere. Il sistema della piccola e media industria privata italiana ha degli assi formidabili da giocarsi nella competizione globale. Il nostro patrimonio creativo e il nostro know-how ci rendono un grande laboratorio a cielo aperto della sperimentazione mondiale. Il sistema della piccola e media industria privata italiana è un’unica Silicon Valley del talento, dell’originalità, dell’eccellenza.

Quale ruolo svolgono attualmente e possono svolgere in futuro le associazioni come la Confapi per accompagnare e sostenere la fase di crescita delle PMI più innovative?

La digitalizzazione delle nostre imprese è oggi un paradigma obbligatorio. Noi stessi, come associazione di categoria, riconoscendo la bontà del percorso, abbiamo creato un nostro Digital Innovation Hub Confapi denominato “Polo d’Innovazione PMI Italia”, con il compito di diffondere la cultura, la conoscenza e le tecnologie abilitanti di Industria 4.0, attraverso una serie di attività e servizi innovativi finalizzati alla trasformazione digitale delle imprese, al trasferimento tecnologico, all’innovazione e alla ricerca. Per rispondere alle esigenze delle nostre imprese abbiamo attivato una rete di 30 sportelli su tutto il territorio nazionale e vantiamo partnership con prestigiosi soggetti pubblici e privati operanti nella ricerca e nel trasferimento tecnologico. Come Confederazione dobbiamo creare le condizioni affinché le nostre imprese, soprattutto quelle più innovative, siano in grado di dialogare con il mondo della ricerca per realizzare obiettivi comuni che ne consentano un salto di qualità in mercati sempre più globalizzati.

 
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