Copertina della rivista

Dai Giornali

Rinnovabili

La decisione di adottare con decreto interministeriale il documento della Strategia Energetica Nazionale, il piano che stabilisce le prospettive al 2020 delle necessità energetiche del paese, ha fatto discutere. Specie gli ambientalisti, che hanno obiettato che un governo decaduto non può impegnare il futuro energetico del Paese. Il Parlamento e il futuro governo potranno certamente intervenire: il piano prevede infatti investimenti per 180 miliardi di euro che porteranno un risparmio di 9 miliardi nella bolletta energetica nazionale con il risparmio sugli incentivi alle rinnovabili e l’effetto dei nuovi rigassificatori (incentivati). Intanto, dopo il boom del 2011 e in parte del 2012, la crescita delle rinnovabili in Italia ha subito un momento di arresto; in molti lamentano una mancanza di gestione della transizione post-incentivi. Alle aspettative deluse del mondo delle rinnovabili fa da contraltare la preoccupazione dell’Authority Energia per l’onere che si scarica ogni trimestre sulle bollette. Un settore che mostra di godere di ottima salute è quello dell’efficienza energetica, come testimoniato dall’ENEA che, nella presentazione del suo II rapporto (per il 2011) sull’efficienza energetica in Italia, parla di un incremento del 17,1% rispetto al 2010 ed indica nell’economia verde il settore che potrebbe rilanciare lo sviluppo.

Nucleare

La Cina ha archiviato l’incidente di Fukushima e riavviato il suo poderoso programma di potenziamento nucleare, riaprendo il cantiere di Rongcheng dove, entro il 2017, sorgerà la prima centrale atomica del mondo con tecnologia di quarta generazione. Al contrario la Germania sta attuando l’uscita dal nucleare ricorrendo sempre di più alle rinnovabili ma anche facendo un uso massiccio del carbone. Per pochi giorni, sui giornali, ha tenuto banco la questione dei cinghiali radioattivi trovati in Valsesia (su cui vedi la nota nella rubrica World View "Cinghiali radioattivi in alta Val di Sesia per colpa di Chernobyl?").

Ricerca

Nei primi giorni di marzo un enorme incendio si è portato via Città della Scienza di Napoli distruggendo 4 padiglioni nell’area dell’ex Italsider di Bagnoli. Circa 12.000 metri quadrati di strutture di alto valore scientifico che rappresentavano uno dei simboli della modernità del paese ma soprattutto il simbolo del riscatto del sud e di Napoli. Numerose le manifestazioni di solidarietà, il mondo politico della cultura delle imprese è sceso in campo per offrire il suo appoggio per una ricostruzione che dovrà avvenire “in termini rapidi e certi”. In particolare molti dei maggiori centri di ricerca italiani hanno offerto il loro contributo per sostenere interventi di pronta ripresa delle attività, tra questi l’ENEA  ha deciso di devolvere alla causa i contributi che riceverà dall’assegnazione del 5 per mille sulla denuncia dei redditi di quest’anno. Nel documento del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca “Hit 2020” della fine di marzo vengono fissati gli obiettivi dell’Italia in vista della prossima programmazione 2014/2020, tra questi far crescere del 50% le risorse per l’innovazione che arrivano dalla UE. Nel ciclo 2007/2013 l’Italia ha investito ogni anno 5,2 miliardi di fondi nazionali  e 1,7 europei: ora l’obiettivo è di portare questi ultimi a 5,1 suddivisi in 1,6 miliardi dal programma europeo Horizon 2020 e 3,5 dai Fondi Coesione. Precedentemente un gruppo di 2.067 docenti e ricercatori avevano sottoscritto una petizione per chiedere l’impegno dei politici a dare alla ricerca almeno l’1,9% del Pil cioè almeno quanto la media europea. Nel 2012, per il secondo anno consecutivo, sono calate (-4%) le domande di brevetto unificato europeo, strumento utile per “difendere” il risultato della ricerca nell’area UE. Il quadro è allarmante perché in passato le piccole e medie italiane innovavano e brevettavano, oggi la crisi frena la capacità di innovazione e spesso chi innova non è in grado di affrontare spese di brevetto. Confindustria chiede l’introduzione di un credito d’imposta che possa favorire una ripresa degli investimenti per l’innovazione.

Ambiente

Il 2012 è stato l’anno più caldo nella storia degli Stati Uniti, nonché uno degli anni più estremi dal punto di vista climatico se si considerano non solo le temperature ma anche le tempeste e le precipitazioni. Intanto a Roma è iniziata una corsa contro il tempo per superare l’emergenza rifiuti. A gennaio è stato presentato il decreto del ministro Clini che prevedeva l’arrivo di un supercommissario in regia per portare alla normalità la gestione dei rifiuti dopo la proroga fino al 30 giugno della megadiscarica di Malagrotta ormai giunta a saturazione.

A febbraio è stata pubblicata la circolare del Ministero dell’Ambiente che apre la corsa ai finanziamenti del Fondo Kyoto: 460 milioni vengono messi in campo per il finanziamento agevolato di iniziative per la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico, per lo sviluppo di nuove tecnologie nel settore delle fonti rinnovabili, per l’efficienza energetica e il social housing messe a punto dalle imprese che assumono addetti under 35.

(Laura Di Pietro)

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