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Acqua sotto pressione

di Paola Molinas

La domanda d’acqua aumenta in tutto il mondo a un ritmo doppio rispetto a quello della popolazione. Viceversa la disponibilità d’acqua tende a diminuire soprattutto alle medie e basse latitudini con ritmi ancora più veloci, non solo per l’aumento della domanda, ma anche a causa dei cambiamenti climatici. Le risorse idriche saranno sottoposte a una pressione senza precedenti: una pressione che, però, cresce in modo non omogeneo fra paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, dove già è problematico l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. Questa maggiore pressione, invece di ridurre, acuirà le disparità economiche tra paesi ricchi e paesi poveri. Insomma, le risorse idriche rappresenteranno il problema più importante per l’umanità nel prossimo futuro e dovranno essere considerate come la più alta priorità nella prossima Conferenza mondiale Rio+20 sullo sviluppo sostenibile. È questo l’allarme lanciato dall’ultimo rapporto dell’UNESCO sullo sviluppo delle risorse idriche mondiali (rapporto WWDR4), presentato al World Water Forum in corso a Marsiglia.

Il rapporto è ricco di dati e informazioni da cui emerge che l’agricoltura, compreso l’allevamento del bestiame, consuma da sola a livello mondiale il 70% dell’acqua prelevata, con tendenza a un ulteriore aumento, soprattutto nel campo zootecnico. In un mondo in cui la produzione di cibo dovrà notevolmente aumentare anche per combattere la fame e la malnutrizione, la gestione responsabile ed efficiente delle risorse idriche in agricoltura si imporrà come condizione ineludibile per la sicurezza globale dell’acqua e la sicurezza alimentare di tutti i popoli.

Per quanto riguarda il consumo umano, la principale fonte di domanda di acqua proviene dalle comunità urbane che hanno bisogno di acqua potabile, per i servizi igienico-sanitari e le fognature. Quasi un miliardo di persone, nonostante la gran parte viva in ambienti urbanizzati, non ha ancora accesso all’acqua potabile; ma più grave è la situazione per ben 2,6 miliardi di persone nel mondo che non hanno accesso a servizi igienici adeguati, con altissimi rischi di malattie e infezioni.

Le disponibilità di risorse idriche, inoltre, subiranno variazioni anche marcate e fenomeni di estremizzazione in modo diseguale nelle varie parti del mondo, a causa del cambiamento climatico. Oltre al fatto che questo influenzerà gli ecosistemi terrestri, la sopravvivenza di specie animali e vegetali e la biodiversità, gli effetti principali dei cambiamenti del clima riguarderanno l’esasperazione delle tensioni sociali attuali e l’insorgenza di possibili conflitti per accaparrarsi le scarse risorse idriche che saranno disponibili in futuro nella fascia subtropicale e alle basse latitudini, dove maggiori sono le condizioni di povertà. Infine, anche lo sviluppo industriale avrà bisogno crescente di acqua, così come un uso crescente di acqua sarà necessario per migliorare la prosperità dei popoli e per lo sviluppo sociale ed economico.

Il messaggio lanciato dall’UNESCO al “World Water Forum” di Marsiglia è che i complessi problemi che si pongono per l’acqua, sia come tutela delle risorse idriche, sia come gestione integrata dell’acqua per i diversi usi – agricolo, industriale e potabile –, sia, infine, come prevenzione dei rischi derivanti da eccessi o scarsità d’acqua, a causa dei cambiamenti del clima rappresentano le sfide più importanti dello sviluppo sostenibile di cui si dovrà occupare la Conferenza di Rio+20 il prossimo giugno.

 

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