Copertina della rivista
Roberto Morabito

Lo Speciale

di Roberto Morabito
ENEA, Unità Tecnica Tecnologie Ambientali

Il 20 giugno 2012, a venti anni di distanza dalla prima Conferenza di Rio, si è svolta, sempre a Rio de Janeiro, la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile, denominata “Rio+20”, incentrata sui temi della green economy e della governance quali strumenti di uscita dalla crisi economica mondiale che stiamo vivendo, e anche di lotta alla povertà.

L’attuale modello economico, essenzialmente imperniato sulla cosiddetta brown economy, si è di fatto basato sullo sfruttamento di risorse naturali, a lungo credute infinite, e sulla scarsa attenzione agli impatti delle attività antropiche su ambiente, società e qualità della vita. Viceversa la green economy non solo riconosce i limiti del pianeta, ma li rimarca come confini invalicabili e imprescindibili: il Pianeta è uno, e di ciò non si può non tenere conto nello sviluppo e nell’implementazione di politiche e strategie economiche.

Del concetto di green economy sono state fornite molteplici definizioni; ritengo tuttavia che tutte concordino essenzialmente su almeno tre concetti:

  • La green economy non può e non deve essere considerata semplicemente come la parte “verde” dell’economia, operante esclusivamente all’interno del settore della cosiddetta “industria ambientale”, ma viceversa deve essere considerata come un nuovo modello economico basato su un uso sostenibile delle risorse ed una riduzione drastica degli impatti ambientali e sociali, ai fini di un miglioramento generalizzato della qualità della vita.
  • La green economy è uno strumento di sviluppo sostenibile basato sulla valorizzazione del capitale economico (investimenti e ricavi), del capitale naturale (risorse primarie e impatti ambientali) e del capitale sociale (lavoro e benessere), così come lo sviluppo sostenibile è basato sulle tre dimensioni economia, società e ambiente.
  • Se nella fase “natale” di definizione della green economy questa tendeva a venire identificata, specialmente nel nostro Paese, come una piccola parte dell’economia riferita alla cosiddetta industria ambientale, e in particolare al settore delle energie rinnovabili, tanto da rendere quasi intercambiabili i termini green economy e green energy, oggi essa viene riconosciuta come uno strumento da applicare a tutti i settori della produzione di beni e servizi, oltre che per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, ai fini di una transizione verso un nuovo modello di sviluppo in grado di garantire un migliore e più equo benessere per tutto il genere umano nell’ambito dei limiti del pianeta.
  • La green economy, quindi, non solo come obiettivo finale ma anche come fase di transizione per raggiungerlo: in pratica, la via per gestire il cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile. Si tratta di una formidabile occasione di sviluppo e di miglioramento ambientale, a patto che le autorità e le imprese abbiano comportamenti proattivi, e non semplicemente reattivi, che vengano elaborate e messe in atto le giuste politiche, che le imprese possano destinare una quota adeguata dei loro guadagni in ricerca e sviluppo.

Con questo Speciale, impostato a partire dai concetti enunciati sopra e in accordo con il suo mandato di Agenzia per lo sviluppo economico sostenibile, ENEA vuole dare un contributo alla discussione per l’individuazione di una roadmap e di un’agenda delle priorità di cui l’Italia, come tutti gli altri Paesi, si sta dotando nell'ottica di Rio+20 e in generale per rendere sistemica questa fase di transizione verso la green economy, che è di fatto iniziata a livello globale.

Pur non essendo questo Speciale esaustivo, e non potendolo essere dato lo spazio a disposizione, il suo tentativo è quello di fornire un quadro estremamente schematico, ma il più possibile completo, dei campi da considerare e delle tipologie di strumenti da utilizzare sul percorso della green economy, nell’ambito delle competenze e del ruolo di un’Agenzia come l’ENEA, che svolge compiti non solo di ricerca scientifica e tecnologica, ma anche di supporto alle istituzioni e all’industria. Per una migliore lettura, lo Speciale è stato organizzato in due parti: la prima relativa alle politiche, alle strategie e ad alcuni rilevanti strumenti “non tecnologici”, mentre la seconda è dedicata essenzialmente agli strumenti tecnologici.

Dalle strategie internazionali (UNEP, OCSE, UE) ai concetti di low carbon society, dal tema della consapevolezza del cittadino ai temi della formazione e delle nuove professioni, dagli aspetti economici delle tecnologie ambientali alla strategia europea su produzione e consumo sostenibile e ai relativi strumenti, dal turismo sostenibile ai nuovi approcci territoriali (contabilità ambientale, simbiosi industriale e reti di impresa) e alle tecnologie per la sostenibilità dei sistemi produttivi. Anche nel caso delle tecnologie lo Speciale si limita ad alcuni esempi a monte (tecnologie sostenibili per l’approvvigionamento energetico) e a valle dei processi industriali (tecnologie per il recupero/riciclo di materia e energia da rifiuti), e alla loro eco-innovazione in alcuni settori chiave per l’economia nazionale (manifatturiero - con esempi sul siderurgico, cartario e chimico - ed edilizia).

Lo Speciale si chiude con un esempio di stretta collaborazione tra il mondo scientifico (ENEA), quello industriale (Confindustria Sicilia) e quello amministrativo locale (Comune di Favignana e delle isole Egadi) nella realizzazione di un progetto integrato per il supporto alle attività produttive del Sud in un quadro di sostenibilità. Il progetto prevede la realizzazione di due casi pilota nei settori del recupero e riciclo di materie prime ed energia all’interno della filiera dei RAEE e del turismo sostenibile nelle isole Egadi, e vuole essere un esempio di come, sfruttando questa tipologia di approcci, possa essere affrontato il percorso della green economy nel nostro Paese.

Auspicando che lo sforzo compiuto in questo Speciale possa contribuire al dibattito in corso per l’individuazione delle azioni più appropriate per lo sviluppo di una “green economy” come strumento di sostenibilità economica, sociale e ambientale, un sentito ringraziamento va a tutti i colleghi dell’ENEA e delle altre Istituzioni scientifiche che hanno contribuito in qualità di autori a dare una panoramica, sia generale che più di dettaglio, sulle tecnologie e gli strumenti da utilizzare, con approcci integrati e sistemici, a supporto del Paese.

Per informazioni e contatti: 

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