
Energia pulita per lo sviluppo agricolo
di Maria Michela Morese
DOI 10.12910/EAI2025-032
Produrre il cibo e trasportarlo dal campo alla tavola rappresenta circa il 30% del consumo energetico globale e oltre il 30% delle emissioni di gas serra. Al contempo, la domanda alimentare è in forte crescita, trainata da una popolazione che si prevede raggiungerà i 10 miliardi entro il 2050. Ciò richiede un cambiamento radicale nel modo in cui il cibo viene prodotto, trasformato e consumato. La sfida è duplice: adottare soluzioni energetiche più sostenibili nel settore agricolo e incrementare la produzione per garantire la sicurezza alimentare per tutti.

Maria Michela Morese
Funzionario Senior delle Risorse Naturali e Responsabile del Team Energia, Ufficio per il Cambiamento Climatico, la Biodiversità e l'Ambiente della FAO
Le conseguenze incalzanti del cambiamento climatico sono un promemoria urgente: una transizione energetica rapida e su larga scala è essenziale. In questa transizione, l'energia rinnovabile offre una soluzione immediata ma anche a lungo termine per garantire l'accesso universale all'energia pulita, sostenendo al contempo lo sforzo globale per la decarbonizzazione delle economie.
I sistemi agroalimentari sono estremamente vulnerabili ai cambiamenti climatici, responsabili in media del 23% dell'impatto totale dei disastri tra il 2007 e il 2022. L'energia è necessaria in ogni fase dei sistemi agroalimentari, ma la dipendenza dell'agricoltura e dei sistemi alimentari dai combustibili fossili contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra (GHG). Produrre il cibo e trasportarlo dal campo alla tavola rappresenta, a livello mondiale, circa il 30% del consumo energetico globale e oltre il 30% delle emissioni di gas serra. Al contempo, la domanda alimentare è in forte crescita, trainata da una popolazione mondiale in aumento che si prevede raggiungerà i 10 miliardi entro il 2050.
Un cambiamento radicale nel modo in cui il cibo viene prodotto, trasformato e consumato
La sfida è duplice: adottare soluzioni energetiche più sostenibili nel settore agricolo e, nello stesso tempo, incrementare la produzione per garantire la sicurezza alimentare per tutti. Affrontare tale sfida richiede un cambiamento radicale nel modo in cui il cibo viene prodotto, trasformato e consumato. Non possiamo nutrire una popolazione in crescita e raggiungere parallelamente gli obiettivi climatici senza trasformare i nostri sistemi agroalimentari per renderli più efficienti, sostenibili e adattabili. Il passaggio a fonti energetiche più sostenibili e rinnovabili è un elemento chiave di questa trasformazione. Senza di essa, la decarbonizzazione entro la metà del secolo non sarà possibile.
I sistemi agroalimentari energeticamente intelligenti possono affrontare contemporaneamente sia la crisi alimentare che quella climatica, promuovendo la produzione e il consumo sostenibili, diversificando le fonti di reddito per gli agricoltori e consentendo un utilizzo efficiente dei rifiuti attraverso modelli di economia circolare. E l’opportunità di accedere a servizi e tecnologie che forniscono energia pulita deve essere accessibile a tutti coloro che ne hanno bisogno per prosperare. Questo è la nostra visione di " transizione energetica equa e giusta".
Investire in sistemi agroalimentari sostenibili ed energicamente intelligenti non giova solo al pianeta, ma anche alle persone e all'economia. Aiuta agricoltori, pescatori e molti altri piccoli produttori ad adattarsi ai cambiamenti climatici, contribuisce a creare posti di lavoro nel settore energetico e a produrre prodotti alimentari di qualità superiore, migliorando al contempo la nutrizione e la salute. Vi sono chiari vantaggi economici e strategici per farlo.
Uno di queste è l'impiego di soluzioni energetiche rinnovabili per contrastare lo spreco alimentare. In un mondo in cui oltre 3 miliardi di persone non possono permettersi cibo sano, ogni anno vengono perse più di 526 milioni di tonnellate di cibo a causa della mancanza di sistemi di refrigerazione affidabili. Quando il cibo avariato finisce in discarica, anche le risorse e l'energia utilizzate per la sua produzione vengono sprecate e il suo impatto climatico viene amplificato. Se lo spreco alimentare fosse un Paese, sarebbe il terzo maggiore emettitore di gas serra. L'utilizzo di energia pulita, affidabile e conveniente per mantenere la catena del freddo lungo tutta la filiera alimentare contribuirà a contrastare lo spreco alimentare, aumentando al contempo gli utili.
Conseguenze disastrose per la salute
Un altro esempio è la lotta all'inquinamento atmosferico e all'impatto sulla salute causati da metodi di cottura inquinanti. Circa 2,1 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a combustibili e tecnologie non inquinanti per cucinare, e devono fare affidamento sui combustibili tradizionali, con conseguenze disastrose per la loro salute. Donne e bambini sono colpiti in modo sproporzionato, trascorrendo fino a 20 ore a settimana a raccogliere la legna per la preparazione dei pasti, tempo che viene sottratto alla loro istruzione, al lavoro retribuito e al loro benessere. Ampliare l'accesso all'energia pulita, sia per la catena del freddo che per la cottura, potrebbe migliorare l'alimentazione e la salute di centinaia di milioni di famiglie, rallentare il cambiamento climatico, promuovere la parità di genere e ridurre la povertà.
La FAO collabora con Paesi e partner per accelerare l'attuazione pratica di sistemi agroalimentari energeticamente intelligenti in tutto il mondo. Le nostre valutazioni hanno contribuito a identificare opportunità di produzione di energia rinnovabile e di riduzione delle emissioni di gas serra, attraverso lo sfruttamento di residui agricoli provenienti da fonti sostenibili:
- In Uzbekistan gli impianti solari ed eolici potrebbero generare fino a 240 TWh di elettricità all'anno, sufficienti a soddisfare la domanda energetica nazionale prevista entro il 2030, con un risparmio annuale di 110.000 tonnellate di CO₂eq.
- Nello stato Indiano del Punjab, l'utilizzo del 30% della paglia di riso, attualmente bruciata nei campi, potrebbe produrre notevoli quantità di bioenergia: 7,1 milioni di tonnellate di pellet, o quasi 2 miliardi di litri di etanolo di seconda generazione, e circa 714 tonnellate di biogas compresso. Tali iniziative contribuirebbero a ridurre le emissioni di gas serra e l'inquinamento causato dalla combustione delle colture e a creare ulteriori fonti di reddito per gli agricoltori.
- In Ruanda, la bioenergia da residui agricoli sostenibili potrebbe migliorare del 33% l’accesso a combustibili puliti per cucinare.
- Il Vietnam potrebbe ridurre le emissioni fino al 38% ricavando etanolo dalla manioca e fino al 42% utilizzando biogas derivato dal letame suino. Analogamente, in Paraguay, ricavare etanolo dalla canna da zucchero potrebbe ridurre le emissioni di gas serra fino al 40%.
- Nelle Isole Salomone e in Gambia, la FAO ha individuato opportunità per trasformare rifiuti organici, come liquami e residui agricoli, in energia pulita. Allo stesso tempo, collaboriamo con i partner sul territorio per implementare soluzioni che sfruttino il potenziale dei sistemi agroalimentari energicamente intelligenti.
- In Cambogia e Vietnam, la FAO sta utilizzando l'intelligenza artificiale e strumenti geospaziali per calcolare in tempo reale la disponibilità di residui agricoli per il biochar, ottimizzando l'uso del suolo, aumentando l'utilizzo dei residui agricoli e sostenendo investimenti nella bioenergia.
- L'Organizzazione lancerà presto un progetto agrivoltaico in Giamaica e un sistema fotovoltaico galleggiante in Giordania per integrare i sistemi alimentari ed energetici. Il primo combinerà la produzione agricola con l'energia solare per migliorare l'uso del suolo e diversificare le fonti energetiche, mentre il secondo alimenterà l'irrigazione e ridurrà l'evaporazione dai bacini idrici.
Questi esempi dimostrano come i sistemi agroalimentari energicamente intelligenti siano fondamentali per affrontare la crisi alimentare e quella climatica. Le soluzioni agroalimentari energeticamente intelligenti dovranno crescere rapidamente e su larga scala per trasformare le filiere agroalimentari e raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.
A tal fine, è necessario integrare le soluzioni per il sistema agroalimentare negli impegni climatici nazionali e internazionali e garantire finanziamenti adeguati a tali soluzioni. L'analisi della FAO evidenzia la necessità per i governi nazionali di incrementare di almeno sei volte i finanziamenti climatici destinati ai sistemi agroalimentari rispetto ai contributi determinati a livello nazionale. Il settore rimane gravemente sottofinanziato, ricevendo meno del 5% dei finanziamenti globali per il clima registrati nel 2019-20. Destinare risorse ai sistemi agroalimentari e alle comunità agricole è vitale per sbloccare soluzioni per il sistema agroalimentare che siano a beneficio delle persone e del pianeta.
Da oltre vent'anni, la FAO promuove l'accesso a un'energia moderna e sostenibile come pilastro fondamentale per trasformare i sistemi agroalimentari e renderli più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili. Questo approccio è guidato dalla Strategia della FAO sul cambiamento climatico, ed è in linea con la sua missione di raggiungere le “Four Betters”, quattro aree di intervento e miglioramento individuate dalla FAO: produzione migliore, nutrizione migliore, ambiente migliore, vita migliore per tutti, nessuno escluso. I progetti e le iniziative globali, regionali, nazionali e locali della FAO sono concepiti per aiutare ogni Paese a raggiungere i propri obiettivi in materia di azione per il clima e sviluppo sostenibile, fornendo consulenza strategica, assistenza tecnica e sostegno finanziario.
Ma il successo dipende da un'azione collettiva e globale.
Di fronte alle sfide che ci attendono, dobbiamo rinnovare il nostro impegno comune per un'agricoltura energeticamente intelligente, per aprire la strada a un futuro in cui l'energia pulita alimenti opportunità, crescita e sviluppo sostenibile.