
Il biogas agricolo: energia, sostenibilità e innovazione per la transizione ecologica
di Piero Gattoni
DOI 10.12910/EAI2025-030
Le misure per lo sviluppo del biometano, accompagnate a quelle a favore della prosecuzione della produzione di energia elettrica e di pratiche ecologiche che spingono verso una maggiore sostenibilità, fanno del settore del biogas e del biometano agricolo italiano un fiore all’occhiello del Paese. L’approccio del modello “Biogasfattobene” ha innescato una vera e propria rivoluzione tecnologica, divenendo il motore principale per la nascita all’interno delle aziende agricole di modelli innovativi che hanno portato alla sperimentazione di nuove tecniche colturali, azioni rivolte al benessere animale, macchine agricole adeguate che hanno favorito la spinta verso l’agricoltura 4.0, insieme a una maggiore cura dei suoli.

Piero Gattoni
Presidente CIB-Consorzio Italiano Biogas
L’agricoltura è chiamata a giocare un ruolo strategico nella transizione energetica, ambientale e alimentare del nostro Paese. Oggi più che mai è evidente il cambio di paradigma già in atto nel settore.
L’azienda agricola da semplice consumatore di energia è diventata produttore di energia rinnovabile e fornitore di servizi per il territorio, non solo nel perimetro del sistema agroalimentare.
In questo contesto, la tecnologia è la leva che ha permesso questo cambio di passo che, seppur non immediato, è riuscito a imporsi nel sistema produttivo di molte aziende agricole.
Questa rinnovata posizione dell’azienda agricola ha nel tempo tratteggiato un vero e proprio modello che nel caso italiano si è tradotto nel c.d. “modello del Biogasfattobene”, il cui obiettivo è produrre per più mercati in modo sostenibile.
L’approccio del “Biogasfattobene” ha nel tempo innescato una vera e propria rivoluzione tecnologica, divenendo il motore principale per la nascita all’interno delle aziende agricole di modelli innovativi che hanno portato alla sperimentazione di nuove tecniche colturali, azioni rivolte al benessere animale, macchine agricole adeguate che hanno favorito la spinta verso l’agricoltura 4.0, insieme a una maggiore cura dei suoli.
Nuove prospettive per la decarbonizzazione
Sotto il profilo agroecologico, infatti, tra le esternalità positive vi è certamente la tutela del suolo. Infatti, tra gli output del processo di produzione del biogas c’è anche quello del digestato, capace di aumentare la sostanza organica nei suoli e migliorare la resilienza climatica delle aziende, riducendo l’uso di fertilizzanti di sintesi prodotti da fonti fossili. Si tratta di un esempio concreto di economia circolare, dove ogni fase del processo, dalla produzione di energia alla gestione dei residui, contribuisce alla sostenibilità complessiva del sistema.
Allargando la prospettiva oltre il settore primario, lo sviluppo della filiera del biometano ha aperto nuove prospettive per la decarbonizzazione del settore dei trasporti prima e delle grandi aziende energivore oggi, con una filiera made in Italy che genera occupazione e crescita del tessuto territoriale.
Il recente impulso dato dalle misure contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha messo a disposizione risorse per il settore pari a 1,9 miliardi di euro con l’obiettivo di produrre circa 2,3 miliardi di mc di biometano entro il 2026.
Le misure per lo sviluppo del biometano, accompagnate a quelle a favore della prosecuzione della produzione di energia elettrica e di pratiche ecologiche che spingono verso una maggiore sostenibilità, fanno del settore del biogas e del biometano agricolo italiano un fiore all’occhiello del nostro Paese.
Gli investimenti in tecnologie che consentono la gestione efficiente dei reflui zootecnici, accompagnata con pratiche colturali avanzate e un uso efficace del digestato, rispondono oggi alla necessità di ridurre l’impronta carbonica senza necessariamente ridurre le produzioni di qualità. In questo senso, la recente cornice normativa sulla sostenibilità, oltre a proporre un quadro più chiaro sul percorso che le aziende dovranno intraprendere, offre un’importante opportunità per spingere sempre più aziende a investire in innovazione.
La crisi sanitaria del 2020 e poi la crisi ucraina seguita dalla delicata situazione geopolitica generale hanno accelerato il percorso di sviluppo del biometano anche a livello europeo. Infatti, le politiche europee, da ultimo il REPowerEu o il Clean Industrial Act, hanno indicato chiaramente l’importanza di sviluppare il biogas e biometano come vettori chiave per raggiungere gli obiettivi climatici, evidenziando anche ambiziosi target al 2030 di produzione di 35 miliardi di Smc di biometano all’interno degli Stati membri dell’Ue.
Il ruolo fondamentale della ricerca
Un ruolo determinante, infine, è svolto dalla ricerca, che rappresenta il motore dell’innovazione nel settore del biogas e del biometano agricolo, e dove il CIB è fortemente impegnato, collaborando con università ed enti di ricerca a progetti regionali, nazionali ed europei che affrontano tematiche cruciali come l’utilizzo del digestato, il carbon farming, l’economia circolare e la valorizzazione dei sottoprodotti agricoli.
Per vincere la sfida climatica, è indispensabile continuare a sostenere politiche lungimiranti, che riconoscano e rafforzino il contributo strategico dell’agricoltura nella transizione. L’esperienza maturata nel corso degli ultimi anni dimostra che la strada che abbiamo percorso finora rappresenta una traiettoria percorribile, in grado di coniugare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e competitività, offrendo un modello capace di valorizzare risorse locale e rafforzare i territori. Proseguire su questo cammino significa consolidare un sistema in grado di rispondere efficacemente alle sfide dei nostri giorni, garantendo un futuro sostenibile.