
Le attività agricole hanno un potenziale energetico enorme
di Maria Teresa Maschio
DOI 10.12910/EAI2025-035
L’energia e l’agricoltura sono due comparti che hanno sempre più punti in comune. In questo contesto sta avendo un ruolo di crescente rilievo l’industria della meccanica agricola, che da sempre produce mezzi in grado di eseguire ogni tipo di lavorazione, e che è ora chiamata a sviluppare tecnologie più specifiche per le filiere bioenergetiche, dalle trattrici per impieghi forestali, ai mezzi per il trasporto della biomassa legnosa, dai macchinari per la raccolta delle colture energetiche ai sistemi per il recupero e il trattamento dei residui e per la gestione dei reflui zootecnici, oltre a tutti i sistemi elettronici per il monitoraggio delle operazioni e per la gestione ottimizzata della filiera.

Maria Teresa Maschio
Presidente FederUnacoma
Il mondo agricolo è entrato a pieno titolo nel comparto dell’energia. L’esigenza di ridurre l’uso dei combustibili e dei carburanti d’origine fossile, per contenere le emissioni di gas serra e sostanze inquinanti, ha infatti assegnato un ruolo di primo piano al settore primario ed a quello forestale. Con una gestione moderna delle nostre attività agricole delle foreste, così rilevanti per l’economia del nostro Paese, è possibile ridurre sensibilmente i consumi legati ai cicli produttivi, ma anche produrre e gestire materie prime rinnovabili per uso energetico.
Le biomasse legnose ricavate dalla manutenzione dei boschi, i sottoprodotti delle potature e delle lavorazioni agricole, gli olii combustibili ottenuti da specifiche colture, o il biogas creato dalla fermentazione degli effluenti zootecnici sono soltanto alcune delle differenti tipologie di materiali che possono essere impiegati per generare energia e che si caratterizzano. per un consistente potenziale energetico.
Le biomasse d’origine agricola sono dunque una risorsa preziosa per le filiere bioenergetiche; una risorsa che sta attirando una crescente attenzione da parte del mondo tecnico e scientifico, degli attori politico-istituzionali, e naturalmente degli agricoltori più sensibili all’innovazione.
La questione energetica coinvolge l’agricoltura anche su un altro piano, quello dell’utilizzo dei terreni per l’istallazione di pannelli fotovoltaici. Il tema è controverso dal punto di vista etico ed economico giacché comporta un radicale cambio di destinazione dei terreni stessi, non più utilizzabili per produzioni agricole e quindi in qualche modo “snaturati”, almeno fino a che non diverrà completamente matura la tecnologia dell’agrivoltaico, una tipologia di impianto che consente di sopraelevare le pannellature lasciando coltivabile il terreno sottostante.
Le ‘’soglie di convenienza”
Le attività agricole, insomma, hanno un potenziale energetico enorme. Solo in Italia si stima che ogni anno i cicli produttivi legati al settore primario ed a quello agroindustriale generino circa 30 milioni di tonnellate di sottoprodotti. Una loro corretta valorizzazione potrebbe mettere in circolazione annualmente la stessa energia contenuta in 10 milioni di tonnellate di petrolio. Il punto è capire quali materie prime risultano più convenienti, quali filiere attivare nei diversi distretti, quali tecnologie di conversione energetica sono più efficienti e soprattutto quali sono le condizioni che rendono le bioenergie remunerative per le imprese agricole.
Il mondo universitario, gli enti di ricerca pubblici e privati, le organizzazioni professionali si sono misurati e anche oggi continuano a confrontarsi su questi temi, realizzando molti studi comparativi ed elaborando modelli d’impresa che possano ottimizzare le risorse e definire le “soglie di convenienza”.
In questo processo un ruolo sempre più importante sta avendo l’industria della meccanica agricola, che da sempre produce mezzi in grado di eseguire ogni tipo di lavorazione, e che è ora chiamata a sviluppare tecnologie più specifiche per le filiere bioenergetiche, dalle trattrici per impieghi forestali, ai mezzi per il trasporto della biomassa legnosa, dai macchinari per la raccolta delle colture energetiche ai sistemi per il recupero e il trattamento dei residui e per la gestione dei reflui zootecnici, oltre a tutti i sistemi elettronici per il monitoraggio delle operazioni e per la gestione ottimizzata della filiera.
Le industrie costruttrici italiane si collocano ai primi posti nel mondo
Le industrie costruttrici – in modo particolare quelle italiane, che si collocano ai primi posti al mondo per qualità delle tecnologie e ampiezza di gamma – stanno investendo nella progettazione e nella messa a punto di mezzi sempre più specifici. La meccanizzazione agricola infatti è un elemento cardine del comparto agroenergetico poiché rende razionali ed economicamente convenienti le articolate filiere connesse alla bioenergia, con particolare riferimento alle operazioni di raccolta, condizionamento e trasporto dei materiali.
Peraltro, il reperimento della biomassa legnosa, degli scarti e dei sottoprodotti delle attività agricole e forestali, ha una diretta valenza ambientale, contribuendo alla manutenzione dei territori e alla prevenzione del dissesto idrogeologico, così da conferire alla meccanizzazione per le filiere bioenergetiche una doppia valenza, economica e quella ambientale.
Restando sul tema della manutenzione dei territori, è bene ricordare che i suoli rappresentano anche il più grande deposito di carbonio del pianeta e che la loro conservazione costituisce uno strumento di fondamentale importanza per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, come esplicitamente riconosciuto dalla stessa Commissione Eu con la strategia denominata “Suoli sani a vantaggio delle persone, degli alimenti, della natura e del clima”. Basti pensare che nella sola UE i costi associati alla degradazione del terreno sono stimati in oltre 50 miliardi di euro all’anno, mentre i servizi ecosistemici associati alle terre coltivate e ai generano ben 76 miliardi di euro, dei quali circa un terzo un è prodotto dalle attività agricole.
Ci sono dunque le condizioni per un salto di qualità nel campo delle bioenergie ma anche in quello della manutenzione del suolo, e per una collaborazione sempre più positiva tra settore agricolo, industria meccanica, sistema energetico e mondo della ricerca; e c’è un indirizzo di carattere strategico voluto dall’Unione Europea con obiettivi precisi in termini di riduzione della dipendenza dalle fonti fossili e riduzione dei gas serra.
Tuttavia, uno sviluppo sostenibile dell’agricoltura, richiede investimenti per l’impiantistica, per la progettazione, la produzione e diffusione di una nuova meccanizzazione, per la formazione di personale che abbia le necessarie competenze, e questi sono possibili solo a condizione che vi sia una continuità nelle attività legislative e nell’azione di Governo, una prospettiva di medio e lungo periodo che consenta di programmare le attività e di pianificare in modo sicuro il ritorno degli investimenti.
E’ un settore, quello delle energie rinnovabili, nel quale le politiche fiscali, il sistema di incentivi, la stabilità del mercato sono fondamentali nel determinare le soglie di convenienza e il ritorno economico per tutti i soggetti che partecipano alla filiera. Il mercato delle bioenergie è una realtà che deve essere consolidata, l’energia rinnovabile d’origine agricola è un’opzione che deve essere sostenuta in modo coerente perché possa diventare parte integrante delle attività aziendali, e che dev’essere trasmessa come know how tecnico e come criterio di gestione delle risorse anche alle generazioni future.