
Integrare il reddito degli agricoltori con la produzione di energia rinnovabile
Intervista a Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti
Ettore Prandini è dal 2018 Presidente della Coldiretti, la più grande organizzazione agricola italiana ed europea, con circa 1,6 milioni di associati. Laureato in giurisprudenza, è un imprenditore agricolo con esperienza nel settore zootecnico e vitivinicolo. In questa intervista approfondiamo con lui le opportunità e le sfide del binomio agricoltura-energia in riferimento alle possibili criticità e alle prospettive di sviluppo. In particolare gli abbiamo chiesto in che modo Coldiretti supporta gli agricoltori nell'adozione di tecnologie energetiche innovative? E che cosa viene fatto per ottimizzare i consumi, ridurre gli sprechi e valorizzare gli scarti?
Innanzitutto abbiamo promosso una legge per equiparare il digestato, che è un sottoprodotto del biogas, ai fertilizzanti naturali, per favorire la sostenibilità ambientale e la fertilità del suolo. Come Coldiretti stiamo lavorando per superare le limitazioni imposte dall’UE all’utilizzo di digestato, affinché il suo impiego in agricoltura diventi diffuso e capillare. Sul tema delle energie rinnovabili abbiamo più volte sottolineato come sia possibile produrre energia green senza consumare il suolo agricolo fertile.
Mi riferisco alle comunità energetiche, agli impianti solari sui tetti e all’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra. Queste soluzioni consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione di energia rinnovabile, arrivando ad avere una ricaduta positiva sia sulle colture sia sul territorio. Infine, per ottimizzare i consumi e ridurre gli sprechi, puntiamo alla tutela e al riuso della risorsa idrica nel settore agro-industriale ed energetico.
Quali politiche potrebbero incentivare ulteriormente la collaborazione tra il settore agricolo e quello energetico per promuovere un modello di azienda agricola sostenibile?
Uno dei problemi principali che riscontriamo è l’eccessivo carico burocratico per conseguire l’autorizzazione degli impianti di biogas e biometano e per questo chiediamo semplificazioni. Se vogliamo che il nostro Paese diventi davvero il simbolo di una transizione agroecologica, è necessario aumentare gli investimenti sull’innovazione, sia in ambito energetico sia in ambito agricolo. La nostra richiesta è che si portino questi investimenti a 6 miliardi entro il 2030, per poter sfruttare al massimo le nuove tecnologie, che ci consentirebbero di ottimizzare l’uso delle risorse, come l’acqua, grazie a centraline meteo collegate a satelliti e di migliorare l’efficienza delle operazioni, rendendo le aziende agricole davvero sostenibili. Infine, parlando ancora di investimenti necessari all’innovazione, ritengo che si debba porre la giusta attenzione all’intelligenza artificiale, sono gli italiani stessi a chiederlo. I dati Coldiretti/Censis affermano che oltre l’89% degli italiani ritiene prioritaria la realizzazione di investimenti pubblici, con particolare attenzione alle nuove tecnologie, inclusa l’AI, specificamente rivolti a potenziare l’agricoltura italiana.
Coldiretti ha firmato un accordo con Eni per migliorare l'efficienza energetica in agricoltura, promuovere iniziative legate all'economia circolare, allo sviluppo sostenibile e per rafforzare il ruolo dell'energia a servizio dell'agricoltura. Quali sono le iniziative più importanti che sono state previste e quali i risultati di maggior rilievo raggiunti ad oggi?
L’accordo che abbiamo firmato con Eni punta a favorire produzioni agricole sostenibili e a valorizzarne gli scarti e dei sottoprodotti, a sviluppare colture per utilizzo energetico sia per la produzione di biocarburanti HVO e biometano, sia per la filiera della chimica da fonti rinnovabili.
A questo si aggiungono anche iniziative di generazione di energia elettrica rinnovabile e azioni volte a favorire il riutilizzo delle acque per uso agricolo. In questi anni l’Italia ha fatto significativi passi avanti nel campo delle energie rinnovabili, con un aumento significativo della produzione energetica agricola, a cominciare dal biogas che ha visto il numero totale di impianti salire da 1.200 a oltre 2.400, rappresentando il 71,5% della potenza installata in questo settore.
Come l'agrivoltaico può contribuire a migliorare la sostenibilità ambientale e la competitività delle imprese agricole?
L’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra realizzato da agricoltori è uno strumento cruciale per sostenere la transizione green, perché è positivo per il reddito agricolo e per l’ambiente. Secondo uno studio di Coldiretti Giovani Impresa solo utilizzando i tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare, pari al consumo energetico complessivo annuo di una regione come il Veneto.
Ci tengo però a ribadire l’importanza di guardarsi dalle speculazioni e da un agrivoltaico camuffato come tale, che di fatto sottrae il suolo dalla sua vocazione originale.
Quali sono le principali sfide degli agricoltori italiani in relazione al costo dell’energia?
Le principali sfide degli agricoltori in tema energetico sono due: le tensioni internazionali, che inficiano sul prezzo dell’energia, e i cambiamenti climatici. Gli aumenti registrati dall’inizio dell’anno hanno avuto riflessi a cascata anche sui fertilizzanti, dove l’urea è rincarata del 10% nel giro di pochi giorni, con quotazioni in ascesa anche per gli altri fattori di produzione. Agli sbalzi dei mercati si aggiungono peraltro gli effetti dei cambiamenti climatici, che negli ultimi tre anni sono costati 20 miliardi all’agricoltura italiana, rendendo sempre più necessaria la messa in campo di strategie per proteggere le colture e contenere i costi, proprio a partire dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie di cui parlavo prima.
Qual è il ruolo dell'agricoltura nella transizione energetica?
Senza dubbio un ruolo da protagonista e lo dimostrano i numeri: il 16% dell’energia rinnovabile consumata in Italia nasce dai campi e dalle stalle, fornendo un contributo strategico al fabbisogno nazionale grazie all’impiego di biomasse, biogas, bioliquidi e fotovoltaico. Il nostro Paese si conferma un protagonista assoluto nella transizione ecologica ed energetica, grazie anche a un’agricoltura che è la più green d’Europa.