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Andrea Rocchi

Le aziende agricole protagoniste della transizione energetica

Intervista a Andrea Rocchi, Presidente del CREA

Il sistema agroindustriale italiano utilizza il 13% della energia complessivamente consumata nel Paese, molto meno di quanto avviene nell’Unione Europea (26% dei consumi totali). Siamo di fronte, quindi, ad un settore della nostra economia decisamente virtuoso, soprattutto se consideriamo il ruolo di assoluto rilievo, per quantità e qualità, che l’agroalimentare italiano assume nello scenario mondiale. In questa intervista Andrea Rocchi, presidente del CREA il principale ente pubblico italiano per la ricerca scientifica in campo agricolo, agroalimentare e agroindustriale delinea le linee di intervento prioritarie e le sfide da affrontare.

Quali sono le principali sfide che l'agricoltura italiana deve affrontare per diventare più sostenibile dal punto di vista energetico?

Il sistema agroindustriale italiano utilizza il 13% della energia complessivamente consumata nel Paese, molto meno di quanto avviene nell’Unione Europea (26% dei consumi totali). Siamo di fronte, quindi, ad un settore della nostra economia decisamente virtuoso, soprattutto se consideriamo il ruolo di assoluto rilievo, per quantità e qualità, che l’agroalimentare italiano assume nello scenario mondiale. L’agricoltura in senso stretto è ancor più parca, con consumi diretti di energia dovuti ai combustibili per trattori, serre e i trasporti, e consumi indiretti per la produzione di fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep). Un contesto, pertanto, già favorevole ma comunque migliorabile.

In questa direzione vanno una serie di attività di ricerca del CREA e di politiche pubbliche comunitarie e nazionali che spingono al contenimento e all’efficientamento dell’utilizzo dei mezzi tecnici per coltivazioni e allevamenti. Possiamo ricordare, tra l’altro, l’agricoltura di precisione, le Tecnologie di Evoluzione Assistita (TEA), l’ottimizzazione delle risorse irrigue, tutti funzionali a coniugare finalità ambientali e miglioramento dei redditi degli imprenditori agricoli. Ma la grande sfida (in realtà una opportunità) per l’agricoltura è contribuire alla indipendenza energetica del Paese senza perdere la prioritaria funzione di produzione di alimenti. Un interessante e promettente strumento è l’agrivoltaico.

Il CREA sta promuovendo progetti o ricerche sull'utilizzo delle energie rinnovabili in agricoltura, come l'energia solare o biomasse?

Il CREA è attivo da numerosi anni con progetti sulle bioenergie. Tra i progetti conclusi nel 2024: 

  • il grande progetto AGROENER Energia dall’agricoltura: innovazioni sostenibili per la bioeconomia, finanziato dal MASAF, che ha visto la partecipazione di oltre 14 UUOO e 90 ricercatori;
  • il progetto di ricerca Biovoltaico, per la realizzazione di un impianto agrivoltaico a Bassano Romano (VT) per produzione ortofrutticole anche in regime biologico. (Centro CREA-IT);
  • la realizzazione all’interno del CREA-IT (Accordo CREA-EGP) di tre tipologie impiantistiche di agrivoltaico avanzato che combina l'agricoltura e la produzione di energia solare in modo innovativo e più efficiente, promuovendo un uso sostenibile delle risorse e riducendo l'impatto ambientale;
  • progetto SO-FAST, finanziato dall’Unione europea (PNRR) con l’obiettivo di selezionare biomasse agroforestali residuali idonee per essere sottoposte a processi di conversione energetica utilizzando criteri basati sulla disponibilità e sul potenziale energetico di tali biomasse.

In che modo la transizione energetica può impattare le piccole aziende agricole rispetto a quelle di dimensioni maggiori?

La presenza degli impianti di Agrivoltaico e Agrisolare permette di creare una struttura aziendale energeticamente autosostenibile, con la possibilità di costituire una Comunità Energetica Rinnovabile (CER). Questa soluzione favorisce un notevole risparmio energetico e promuove un uso più efficiente delle risorse, contribuendo a un modello più sostenibile e collaborativo.

Esistono tecnologie emergenti che ritiene particolarmente promettenti per ridurre il consumo energetico nel settore agricolo?

Come dicevamo sopra, gli impianti di Agrivoltaico e Agrisolare, l’agricoltura di precisione, le TEA, sensori IoT, sono tutti strumenti che consentono una riduzione sostanziale dei consumi energetici e una gestione più efficiente delle risorse, favorendo un approccio agricolo sostenibile e integrato.

Qual è il ruolo del CREA nel promuovere innovazioni utili agli agricoltori per adottare pratiche agricole più efficienti dal punto di vista energetico?

Il ruolo del Crea può essere articolato in differenti punti/aree di disseminazione e divulgazione tecnico scientifica per quanto riguarda soluzioni soprattutto a piccola scala e per specifici contesti aziendali e produttivi: ad esempio recupero di biomasse specifiche (che richiedono particolari attrezzature o cantieristiche), oppure l'installazione e l'adozione di sistemi di generazione di biogas, produzione elettrica diretta da impianti agro fotovoltaici o piccole turbine eoliche.

Fondamentale è il trasferimento tecnologico attraverso sistemi dimostrativi anche applicati e realizzati nelle nostre aziende sperimentali come, ad esempio, l'impianto agrivoltaico di prossima realizzazione presso l’azienda sperimentale del CREA-IT di Monterotondo; e il coinvolgimento, per il supporto tecnico scientifico, di stakeholder intermedi in contatto con gli agricoltori: associazioni, enti territoriali, piccole e medie imprese, startup.

Come CREA avete curato la stesura delle linee guida nazionali sull’agrivoltaico. Quali sono le indicazioni prioritarie?

Le linee guida predisposte dal CREA e le conseguenti regole operative definite dal GSE (Gestore dei servizi energetici) per l’incentivazione della realizzazione di sistemi agrivoltaici di natura sperimentale con il sostegno del PNRR, rappresentano un evidente esempio di attività di ricerca e di indagine messe al servizio della collettività con finalità e approcci di estrema concretezza. Obiettivo e filo conduttore è garantire la continuità dell’attività agricola, evitando la subordinazione dell’uso della terra e delle imprese agricole alla prevalente attività di produzione di energia, attraverso una costante azione di monitoraggio basata su indicatori semplici e significativi, raccolti con metodologia riconosciuta e rigorosa. Si è così scelto quale oggetto di ricognizione la Produzione Lorda Vendibile (PLV) agricola, usufruendo della Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA), indagine svolta in tutta l’Unione Europea dal 1965, con la quale in Italia vengono rilevate ed elaborate dal CREA le principali informazioni economiche di circa 11.000 imprese agricole rappresentative dell’intero settore. Il monitoraggio, pertanto, è orientato ad utilizzare strumenti consolidati di analisi, come la Rica o il fascicolo aziendale, con l’obiettivo di riconoscere alle aziende agricole il ruolo di protagonista nella transizione energetica.

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