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Sistemi agroalimentari e impatto della pandemia da COVID-19

di Claudia Zoani

La pandemia da COVID-19 ha coinvolto anche i sistemi agroalimentari e tutte le dimensioni della sicurezza alimentare a livello globale. Un aspetto di fondamentale importanza emerso nel corso della crisi è la necessità di minimizzare l’impatto del Coronavirus sulla disponibilità delle risorse alimentari, considerando che la crisi economica che si sta sviluppando parallelamente a quella sanitaria rischia di esacerbare le attuali condizioni di scarso approvvigionamento alimentare, soprattutto in alcune aree del Pianeta

di Claudia Zoani, Divisione Biotecnologie e Agroindustria, ENEA

Il COVID-19 è una malattia infettiva chiamata Sindrome Respiratoria Acuta Grave CoronaVirus 2 (SARS-CoV-2), causata da un coronavirus di recente scoperta. Si tratta di un nuovo ceppo di coronavirus, mai identificato prima nell’uomo; la pandemia COVID-19 è in rapida evoluzione e sono in corso indagini sui diversi focolai epidemici. Il virus si diffonde da persona a persona principalmente per via inalatoria, tramite goccioline respiratorie emesse in fase di espirazione o in occasione di starnuti o colpi di tosse. Attualmente non ci sono prove che il cibo sia fonte o veicolo di trasmissione probabile del virus. Secondo quanto riportato da EFSA e WHO, anche le esperienze legate a precedenti focolai epidemici riconducibili ai coronavirus, come quello della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) e quello della sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV), evidenziano che non si è verificata trasmissione per via alimentare.

Il cibo rappresenta una parte fondamentale della nostra vita e del nostro benessere, perciò è essenziale mantenerlo sano e sicuro. Una corretta alimentazione è molto importante sempre, ed in particolare prima, durante e dopo un’infezione. Una dieta sana ed equilibrata, ricca di sostanze nutritive (es. fibre, vitamine) e nutraceutiche (es. polifenoli, flavonoidi), può supportare il sistema immunitario ed essere di aiuto soprattutto per i soggetti più vulnerabili. Inoltre, la promozione di abitudini alimentari più sane, anche attente alla sostenibilità, rappresenta uno strumento essenziale di prevenzione verso la diffusione dei contagi e può ridurre l’incidenza di malattie non trasmissibili (es. ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari), che a loro volta possono comportare una prognosi peggiore ed un più elevato tasso di mortalità. È essenziale seguire buone pratiche durante la produzione, distribuzione, vendita, manipolazione, conservazione e preparazione degli alimenti ed è fondamentale evitare contaminazioni crociate. Ciò al fine di conservare le proprietà nutrizionali e di qualità degli alimenti e garantire la sicurezza alimentare. È importante poi acquistare quantità adeguate di alimenti e applicare pratiche idonee alla corretta conservazione dei prodotti, garantendone il consumo prima della scadenza. È anche necessario evitare l’acquisto di alimenti in condizioni di panico, poiché ciò causa un aumento degli sprechi e favorisce il loro deterioramento da parte dei microrganismi e la perdita di nutrienti a causa di una conservazione inappropriata.

Minimizzare l’impatto sulla disponibilità di risorse alimentari

Un aspetto di fondamentale importanza è la necessità di minimizzare l’impatto del Coronavirus sulla disponibilità delle risorse alimentari, considerando che la crisi economica che si sta sviluppando parallelamente a quella sanitaria rischia di esacerbare le attuali condizioni di scarso approvvigionamento alimentare, soprattutto in alcune aree del Pianeta. La pandemia da COVID-19 sta colpendo i sistemi alimentari e tutte le dimensioni della sicurezza alimentare a livello globale. Anche se il settore agroalimentare dovrebbe - in linea di principio - essere meno influenzato dalla crisi economica rispetto agli altri settori, l’accesso ai mercati e le possibilità di reperire alimenti nutrienti e di qualità possono essere limitati. Inoltre, eventuali interruzioni nella filiera possono comportare perdite alimentari e aumento dei rifiuti. In questa prospettiva, è necessario considerare l’impatto complessivo della pandemia sulle filiere agroalimentari ed assicurarsi che queste non subiscano interruzioni, continuando a funzionare in maniera corretta e assicurando alla popolazione un’adeguata disponibilità di alimenti diversificati, salubri e sicuri alla popolazione. Un’opportunità può essere rappresentata dalle filiere alimentari corte e dalle produzioni locali, che risentono meno delle restrizioni internazionali e che, data la loro radicata presenza sul territorio, sono più vicine ai consumatori. A tal proposito, la crisi in atto può farci riscoprire il valore delle produzioni locali a filiera corta, specchio del territorio nazionale e tipiche della nostra cultura alimentare.

Più ampiamente, considerando un approccio di filiera ed in riferimento alla salute dei consumatori, è ancora importante rafforzare gli obiettivi legati alla sicurezza ambientale per quanto riguarda l’uso sostenibile del suolo, la conservazione della fauna microbica e della biodiversità, la gestione sostenibile del territorio, la contaminazione ambientale, il controllo dei contaminanti nelle matrici ambientali ed il rischio di trasferimento dall’agroecosistema di produzione primaria lungo la catena alimentare. In questo senso è opportuno promuovere lo sviluppo di sistemi di controllo per l’individuazione precoce delle contaminazioni e sistemi di gestione e d’intervento che consentano di garantire in ogni circostanza un’adeguata produzione, sempre tutelando la salute dei consumatori. Nel complesso, l’emergenza sanitaria in atto suggerisce l’esigenza di applicare un approccio sempre più olistico ed interdisciplinare, ponendo un focus crescente sulla sostenibilità dei sistemi agroalimentari e l’applicazione di un approccio integrato di filiera, coerentemente con i temi del Green Deal1, ma anche – sempre più – sull’applicazione del concetto “one health”, tenendo conto del legame indissolubile tra salute umana, salute animale e salute dell’ecosistema.

Informazione e mis-/mal-/dis-informazione

Un altro aspetto particolarmente importante per tutti gli ambiti di intervento, dalla salute, alla sicurezza ambientale, all’agroalimentare, è legato all’informazione. Informazione e mis-/mal-/dis-informazione rappresentano infatti un punto molto critico, con enormi ricadute su ogni aspetto della gestione delle crisi, dalla società all’economia. Informazioni errate proliferano, infatti, soprattutto e più facilmente durante i periodi crisi, quando viene proposta una quantità anche eccessiva di informazioni, dati e potenziali soluzioni (reali o false) sulla problematica in atto. Ciò rende particolarmente complesso sia gestire le informazioni che vengono indirizzate ai diversi soggetti interessati e soprattutto ai cittadini, sia supportare i decisori nell’identificazione di azioni adeguate e soluzioni concrete. Il risultato rischia di essere un “info-demia”, come già dichiarato dall’OMS con riferimento all’epidemia di COVID-19, che può ostacolare una risposta efficace, creare confusione, generare panico o orientare verso azioni inefficaci o persino pericolose. In particolare i cittadini rischiano di essere sopraffatti dalle informazioni, molte delle quali sensazionalistiche, create per attirare l’interesse del pubblico e favorire una risposta emotiva, non razionale, puntando sul fatto che le persone si sentono sollecitate dall’illusione di una soluzione immediata al dramma che le circonda. In questa emergenza legata al COVID-19, il ruolo di una corretta comunicazione scientifica si è rivelato fondamentale come mai prima d’ora: i social media hanno il potere di diffondere le notizie molto più rapidamente di quanto le notizie non possano essere controllate o convalidate da esperti del settore. Disinformazione e misinformazione intorno al tema del COVID-19, in particolare per quanto riguarda il rischio per il pubblico, continuano a proliferare in tutto il Mondo, con conseguenze potenzialmente dannose per la salute pubblica e per un’efficace comunicazione e gestione della crisi, anche aumentando incertezze e paure nei cittadini.

METROFOOD-RI attiva un servizio dedicato ad Alimenti & COVID-19 a supporto del mondo della ricerca, dei produttori e dei consumatori

Una banca dati online di facile consultazione con buone pratiche, approfondimenti e indicazioni ‘science approved’ per offrire a mondo della ricerca, imprese e consumatori una corretta informazione sulla sicurezza alimentare e contrastare le fake news nella fase di emergenza COVID-19. È l’obiettivo dell’infrastruttura di ricerca METROFOOD-RI - Infrastructure for Promoting Metrology in Food and Nutrition, che coinvolge oltre 2.200 ricercatori di 48 tra le maggiori istituzioni di 18 Paesi europei impegnate nel campo della qualità, tracciabilità dei cibi, contrasto a frodi, sofisticazioni e contraffazioni, impatti per salute, lotta alla fame e agli sprechi.

L’Infrastruttura è coordinata da ENEA ed è inclusa nella Roadmap ESFRI 2018 per il dominio Health and Food. Sul portale web www.metrofood.eu è stata inserita una specifica sezione di approfondimento sul COVID-19 https://www.metrofood.eu/metrofood-ri-on-covid-19.html, offrendo l’opportunità di consultare documenti ufficiali, pubblicazioni scientifiche, factsheets, raccomandazioni e buone pratiche disponibili in diverse lingue, con la finalità di fornire approfondimenti – costantemente aggiornati – utili ad analizzare i legami tra COVID-19 & alimenti lungo tutta la filiera alimentare, dalla produzione primaria al consumo finale. I contenuti sono suddivisi in due sezioni, indirizzate a diverse tipologie di utenti: “Ricerca, Ispezione & Controllo” e “Produzione & Consumo”.

METROFOOD-RI ha avviato anche una campagna informativa attraverso i suoi canali social (https://www.facebook.com/metrofoodri/, https://twitter.com/metrofood_ri), nei quali sono condivisi contenuti personalizzati e sintetici per informare il maggior numero di utenti possibile e fornire indicazioni utili soprattutto a produttori e consumatori.

La fornitura di questo servizio s’inserisce nel quadro più ampio dell’iniziativa promossa da ESFRI (European Strategy Forum for Research Infrastructures) di mettere in atto un’azione coordinata a livello europeo per supportare la comunità scientifica e condividere le conoscenze, le risorse disponibili ed i servizi messi in campo dalle Infrastrutture di Ricerca Europee per combattere l’emergenza sanitaria in corso (https://www.esfri.eu/covid-19?page=2).

Nella stessa direzione va "1PlanetHealth", la proposta con la quale l’ENEA ha partecipato all’iniziativa #EuVsVirus, l'hackathon organizzato dalla Commissione Europea per individuare soluzioni, strumenti e tecnologie innovative contro la pandemia. Si tratta di una nuova piattaforma ICT, realizzata grazie al supporto del nostro supercomputer CRESCO6 e dei software OBSERBOT e CIPcast, in grado di identificare le fake news in tema di #COVID19 quali ad esempio le proprietà antiCOVID-19 di gargarismi con acqua e sale, dell’argento proteinato o della vasellina cosparsa sulle narici. L’obiettivo è supportare policymaker, agenzie di ispezione e controllo e cittadini in questa sfida soprattutto nei settori salute, ambiente, sicurezza alimentare e sostenibilità.

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