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Editoriale

di Laura Maria Padovani e Giovanni Puglisi

 

L’energia rappresenta un fattore di crescita economica, benessere e progresso tecnologico e sociale. L’utilizzo di energia primaria, cresciuto a livello mondiale del 40% tra il 1980 e il 2010, ha una tendenza destinata a confermarsi anche nel ventennio che ci porterà al 2030 (secondo le stime della International Energy Agency).

Efficienza energetica” è ormai un termine di uso comune, sia negli ambiti a lui più propri (scientifico, tecnologico, economico), sia in quelli, solo apparentemente, più estranei.

La dicotomia tra la natura immateriale dell’energia e il suo intreccio con la vita quotidiana rende difficile il rapporto tra il necessario rigore scientifico e la traduzione in messaggi semplici ed efficaci, in grado di intercettare anche platee non esperte. Solo la conoscenza sviluppa scelte concrete che ciascuno di noi è chiamato a fare, nella consapevolezza delle opportunità e dei rischi che l’insieme dei nostri comportamenti individuali può innescare su scala globale.

Emerge sempre più, quindi, la necessità di divulgazione culturale del tema dell’efficienza energetica, coinvolgendo non solo gli addetti ai lavori, ma l’intera opinione pubblica. Le risorse immateriali della comunicazione appaiono elementi imprescindibili per far funzionare al meglio la risorsa materiale dell’energia, per metterla al servizio del bene comune.

Un notevole vantaggio, inoltre, è che l’efficienza energetica non suscita opposizioni, in quanto evocativa di molteplici vantaggi, sebbene la cultura specifica in materia sia scarsa e confusa.

Le misure di efficienza energetica sono sempre più riconosciute come un mezzo per ridurre le emissioni dei gas serra, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento e ridurre i costi delle importazioni. Non ultimo, garantisce un sistema energetico meno esposto ai rischi e alla volatilità che la crescita economica globale inevitabilmente determina, promuovendo inoltre la competitività delle economie europee.

La leadership dell’Europa nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio deve continuare dopo la Conferenza di Parigi, sia attraverso l’attuazione degli obiettivi in materia di clima ed energia per il 2030 che con una diplomazia in materia di clima ed energia coerente, affinché venga garantito che tutti i Paesi diano seguito ai loro impegni. Questa transizione offre grandi opportunità! L’Italia da questo punto di vista è un Paese che si è particolarmente distinto per i risultati raggiunti. Infatti, nella classifica stilata dall’American Council for an Energy Efficient Economy (ACEEE) si piazza al secondo posto delle economie mondiali più avanzate in tema di efficienza energetica. Si tratta del risultato di un’analisi condotta sui Paesi con le 16 economie più grandi del mondo e tiene conto sia delle politiche adottate, sia dei risultati raggiunti.

Le energie rinnovabili e l’efficienza energetica creano posti di lavoro in Europa e richiedono nuove competenze e nuovi investimenti. Molti dei cambiamenti legati a questa transizione avranno luogo nelle città, grandi e piccole; diventando “più intelligenti”, le città saranno gli elementi determinanti delle politiche dell’UE in materia di energia sostenibile.

Fare efficienza energetica significa, per un Paese povero di materie prime come l’Italia:

  • ridurre la dipendenza energetica;
  • stimolare la diffusione delle risorse rinnovabili;
  • stimolare l’industria a rendere più prestazionali i sistemi di generazione;
  • scegliere configurazioni impiantistiche che prevedano l’uso di sistemi di trasformazione delle fonti fossili più efficienti.

Rimanendo in ambito nazionale, gli strumenti legislativi che ratificano le direttive hanno imposto una serie di obblighi e introdotto dei meccanismi di sostegno per la diffusione di sistemi e soluzioni efficienti (sia dal punto di vista energetico, sia da quello ambientale) da rendere l’efficienza energetica fattore in grado di influenzare, più o meno consapevolmente,  alcune nostre azioni. Per fare qualche esempio, oggi nessuno comprerebbe un elettrodomestico di classe C, piuttosto che una lampadina ad incandescenza e, cosa ancor più importante, nella scelta di tali oggetti la classe energetica, ovvero il consumo, sono diventati fattore discriminante per la scelta. Ma molto c’è ancora da fare. La consapevolezza dell’uso razionale dell’energia non ha raggiunto un livello di maturità sufficiente nei comportamenti quotidiani. Basta un esempio per rendersene conto. Se mi trovo in una stanza con le luci artificiali accese e l’illuminazione naturale è intensa, correttamente spengo le luci. Ma se in una giornata invernale i riscaldamenti rendono la casa particolarmente calda, non agisco sulle valvole del mio termosifone per regolarlo ma … apro la finestra! Perché questo doppio comportamento? Perché se spengo la luce, l’effetto è immediato, mentre se spengo il termosifone prima di percepire l’abbassamento della temperatura della stanza è necessario un certo periodo di tempo (decine di minuti). L’aspetto psicologico gioca un ruolo determinante e sottolinea quanto sia fondamentale l’informazione degli utenti finali, ma anche degli operatori, per aumentare la consapevolezza sull’uso razionale delle risorse energetiche.

Il numero monografico EFFICIENZA ENERGETICA E VANTAGGI PER LO SVILUPPO, curato da Maria Laura Padovani, Giovanni Puglisi, Roberta Roberto e Paola Batistoni, nasce con l’intento di fornire elementi utili a comprendere, delineare prospettive e individuare strumenti per l’immediato futuro.

Il numero si apre con una intervista al direttore esecutivo dell’International Energy Agency (IEA) per poi continuare, nella sezione focus, con articoli tecnici che iniziano illustrando i meccanismi di incentivazione attualmente esistenti in Italia e continuano affrontando tematiche più specifiche: la contabilizzazione dell’energia termica negli edifici, le diagnosi energetiche, la mobilità urbana, il sistema agricolo-alimentare, le energie rinnovabili per i data center, un esempio di analisi costi-efficacia. Completano la sezione tre articoli che esulano dall’ambito tecnologico e affrontano il tema dell’efficienza energetica da un punto di vista più generale, il primo esaminandone termini e concetti, un altro le problematiche della comunicazione e un terzo l’interazione fra tecnologia e comportamento umano.

Il quadro internazionale è dedicato alla tematica del contenimento del fabbisogno energetico degli edifici, che rappresentano per il nostro paese il settore che assorbe la percentuale più alta dell’energia destinata agli usi finali (circa il 39%).

Nel punto e contropunto abbiamo messo a confronto Rosa Filippini e Chicco Testa, sulla consapevolezza dei cittadini, sul grado di preparazione dell’industria italiana e sulla gestione del processo relativo all’efficienza, risparmio e uso razionale dell’energia.

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