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ristrutturazioni materiale

Le politiche dell’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici

di Ilaria Bertini

DOI 10.12910/EAI2022-043

La riqualificazione del settore edilizio è un tema di assoluta centralità per la lotta al cambiamento climatico e la transizione ecologica del nostro Paese, oltre ad essere una forza trainante per l’economia, l’occupazione, l’innovazione tecnologica, la trasformazione delle città, ma anche per dare una risposta ai temi del disagio abitativo, della povertà e del miglioramento dello stato di salute della popolazione.

Ilaria Bertini

Ilaria Bertini

Direttrice del Dipartimento Unità Efficienza Energetica - ENEA

La riqualificazione del settore edilizio è un tema di assoluta centralità nell’ambito della lotta al cambiamento climatico e nella prospettiva della transizione ecologica del nostro Paese, oltre ad essere una forza trainante per l’economia, l’occupazione, l’innovazione tecnologica, la trasformazione delle città, la risposta ai temi sociali del disagio abitativo e della povertà ed al miglioramento dello stato di salute della popolazione.

Gli edifici, infatti, sono indispensabili per raggiungere la neutralità in termini di carbonio e, il patrimonio edilizio è il più grande consumatore di energia in Italia, rappresentando il 40% del consumo energetico e il 36% delle sue emissioni di gas a effetto serra.

La maggioranza degli edifici esistenti nel nostro Paese ha prestazioni energetiche scarse ed è stato costruito prima dell’entrata in vigore delle leggi sui requisiti energetici. Si stima che circa l'85-95% degli edifici esistenti oggi saranno ancora in uso entro il 2050; il tasso annuo di ristrutturazione energetica resta infatti molto basso (circa l'1%).

La crisi del COVID-19, ha portato ad una maggiore attenzione da parte dell’UE verso gli edifici, andando oltre la neutralità in termini di carbonio, l'efficienza energetica e gli obiettivi in materia di energie rinnovabili.

È stato battezzato “Fit for 55” il pacchetto di 12 misure con cui la Commissione UE si propone di centrare il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra del 55% al 2030 rispetto ai livelli del 1990. Tra le misure individuate per attuare il nuovo ambizioso target climatico c’è la revisione delle direttive EED e EPBD.

La revisione della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici EPBD

La revisione della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici EPBD (Direttiva 2010/31/UE, modificata dalla Direttiva 2018/844/UE), ha come principali obiettivi l’incremento del tasso di ristrutturazione degli edifici esistenti e la profondità delle ristrutturazioni stesse, obiettivi da perseguire tramite le Strategie Nazionali di Ristrutturazione a Lungo termine che costituiscono parte integrante della Direttiva EPBD.

Gli elementi presi in considerazione nella revisione della Direttiva prevedono:

  • l’introduzione di Standard di prestazione energetica obbligatori per gli Stati Membri per gli edifici esistenti (MEPS-Minimum Energy Performance Standards), in grado di sbloccare le ristrutturazioni;
  • la revisione degli Attestati di Prestazione Energetica (APE);
  • l’introduzione di un Passaporto per la riqualificazione degli edifici (BRP);
  • una definizione univoca della ristrutturazione profonda.

Inoltre, si prevede che sarà affrontato il tema della decarbonizzazione degli edifici, degli Indicatori di prontezza degli edifici (SRI), nonché misure per rafforzare la diffusione della mobilità elettrica.

La Direttiva EPBD trasferisce le disposizioni sulle strategie di ristrutturazione a lungo termine degli edifici all'interno della Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica in edilizia (EED), per maggiore coerenza e omogeneità. In particolare, le azioni per la realizzazione della strategia di ristrutturazione a lungo termine del parco immobiliare pubblico devono includere:

  • una rassegna del patrimonio edilizio nazionale;
  • politiche e azioni volte a stimolare una profonda ristrutturazione degli edifici cost-effective;
  • politiche e azioni per affrontare gli edifici con le prestazioni peggiori, il problema degli split incentives (ovvero la frammentazione degli incentivi), fallimenti del mercato, povertà energetica e edifici pubblici.

In Italia il Decreto legislativo n. 73 del 14 luglio 2020 ha recepito nell'ordinamento interno la Direttiva UE 2018/2002 sull'efficienza energetica (Direttiva EED - Energy Efficiency Directive). Inoltre, il Decreto legislativo n. 48 del 10 giugno 2020 ha recepito la Direttiva (UE) 2018/844 sulla prestazione energetica nell'edilizia (Direttiva EPBD Energy Performance of Buildings Directive) introducendo diverse novità, modifiche e integrazioni al Decreto legislativo n. 192 del 2005, attuativo delle precedenti Direttive sulla prestazione energetica nell'edilizia, intervenendo su finalità, definizioni e ambito di applicazione.

All’interno del D.Lgs. n. 192/2005 è stata ora fatta rientrare:

  • la disciplina relativa all'integrazione negli edifici di impianti tecnici per l'edilizia e di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici;
  • la definizione di una Strategia di lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare nazionale;
  • la promozione dell'efficienza energetica;
  • la raccolta delle esperienze necessarie all'incremento del tasso di riqualificazione energetica degli edifici tramite maggiori strumenti informativi dedicati ai cittadini, alle imprese e alla pubblica amministrazione.

Novità legislative

Il Decreto definisce anche criteri, condizioni e modalità:

  • per l'applicazione di requisiti minimi alla prestazione di edifici nuovi, nonché di edifici esistenti sottoposti a ristrutturazione e di elementi edilizi o sistemi tecnici per l'edilizia rinnovati o sostituiti; per il calcolo della prestazione energetica degli edifici, oltre che per la certificazione della prestazione;
  • per l'esercizio, conduzione, controllo e manutenzione oltre che ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva e per la preparazione dell'acqua calda sanitaria;
  • per conseguire nel settore dell'edilizia gli obiettivi nazionali energetici e ambientali attraverso le Strategie nazionali di lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare nazionale;
  • per promuovere l'efficienza energetica anche attraverso l'informazione e la sensibilizzazione degli utenti finali, nonché per favorire la conoscenza dettagliata del parco immobiliare nazionale, della sua prestazione energetica e dei suoi consumi, mettendo le informazioni a disposizione dei cittadini, delle imprese e della pubblica amministrazione;
  • per promuovere la diffusione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e definire gli obblighi di integrazione di tali sistemi negli edifici (articolo 2 del D.Lgs. n. 48/2020 che integra l'articolo 1, comma 2 del D.Lgs. n.192/2005).

Interventi su oltre 12 milioni di edifici

La Strategia italiana per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale (STREPIN) si basa su una serie di misure e azioni tecniche, fiscali e normative, che hanno l’obiettivo di incrementare il numero e l’efficacia degli interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio nazionale. Per raggiungere ciò la Strategia muove da un’analisi dello stato dell’arte degli edifici esistenti e dall'individuazione dell’attuale tasso di ristrutturazione energetica, facendo riferimento anche alle opportunità di ristrutturazione energetica fornite dall'applicazione di un approccio integrato, basato su punti di innesco (trigger points).

Al fine di stimare la superficie da ristrutturare, è stato sviluppato uno strumento di modellazione, partendo dalla metodologia ottimale in termini di costi (cost-optimal) suggerita dalla Commissione, che consente di identificare le soluzioni di minimo costo per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico. Per i settori del terziario non coperti dalla metodologia ottimale in termini di costi, la stima è stata effettuata partendo dall'obiettivo annuale di risparmio energetico.

La STREPIN passa, quindi, in rassegna le misure e le azioni esistenti per il conseguimento dei target fissati per gli edifici residenziali e non e per i settori pubblico e privato, con la previsione, per ciascuno di essi, di un possibile miglioramento al fine di raggiungere il tasso di ristrutturazione stimato e con la predisposizione di indicatori ad hoc per un efficace monitoraggio dei progressi.

La Strategia, pone quindi azioni molto concrete sul patrimonio immobiliare del Paese, che implicano la consapevolezza, la convinzione, la decisione di una moltitudine di soggetti. Quando si considera il patrimonio immobiliare coinvolto, secondo i dati dell’ISTAT, si tratta di aggredire 12.420.403 edifici, di cui quelli ad uso non residenziale sono 1.576.159, si tratta prevalentemente di edifici del settore terziario, adibiti a scuole, uffici, commercio, alberghi, sanità, penitenziari, caserme, pari all’11% del totale degli edifici.

Per supportare l’attuazione di quanto previsto dai su indicati provvedimenti normativi nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono stati inseriti alcuni interventi mirati all’efficienza energetica nel settore dell’edilizia:

  • M1C3.1 Migliorare l'efficienza energetica nei cinema, nei teatri e nei musei
  • M2C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
  • M2C4.2 Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni

La Componente C3 della Missione 2 mira all’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato, anche integrando le energie rinnovabili, stimolando investimenti locali, creando nuovi posti di lavoro ed inclusione sociale. È costituita da tre linee:

  • M2C3.1: Attuazione di un programma per migliorare l'efficienza e la sicurezza del patrimonio immobiliare pubblico, con interventi riguardanti in particolare scuole e cittadelle giudiziarie
  • M2C3.2: Introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato e per l’edilizia sociale, attraverso detrazioni fiscali per i costi sostenuti per gli interventi
  • M2C3.3: Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento efficienti.

In particolare, nella M2C3.1, oltre alle misure di carattere economico, quali gli incentivi concessi dal Superecobonus o il finanziamento di programmi per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, sono state istituite misure volte a superare le barriere non economiche che riducono la possibilità di investire in interventi di riqualificazione energetica degli edifici o che rallentano l’esecuzione dei lavori.

La proposta si articola in tre set di riforme, lungo quattro linee di intervento:

  1. Rendere operativo il Portale nazionale per l'efficienza energetica degli edifici.
  2. Potenziare le attività del Piano di informazione e formazione rivolte al settore civile.
  3. Aggiornare e potenziare il Fondo nazionale per l'efficienza energetica.
  4. Accelerare la fase realizzativa dei progetti finanziati dal programma PREPAC.

Nell’ambito della M2C3.2 viene finanziata una linea di investimento che riguarda: Ecobonus e Sismabonus fino al 110 % per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici.

Il quadro normativo e degli incentivi per l’efficienza energetica è completo ed è anche supportato da varie iniziative per il superamento delle barriere non tecnologiche; le discipline tecniche e scientifiche mettono  a disposizione del mercato una grande varietà di soluzioni, la mossa è nelle mani degli utenti, è venuto il momento di attivarsi in prima persona, “playing my part”, come suggerisce lo slogan del l’iniziativa del RepowerEU, non possiamo perdere l’occasione.


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