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Nazioni Unite: il 2012 dedicato alle imprese cooperative, oltre che all’energia sostenibile

Le Nazioni Unite, con la Conferenza di Rio+20, dedicano l’anno 2012 allo sviluppo sostenibile e alla green economy nei suoi multiformi aspetti, dunque anche come grande opportunità per uscire dalla crisi economica mondiale. Dopo aver proclamato il 2012 anno dell’energia sostenibile e accessibile a tutti, il 31 ottobre scorso a New York, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha lanciato il 2012 anche come anno internazionale delle imprese cooperative, con il motto: “Le imprese cooperative costruiscono un mondo migliore”.
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Il presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Nassir Abdulaziz Al-Nasse, nell’aprire i lavori, ha posto l’accento sul ruolo che hanno le imprese cooperative nell’integrazione sociale, nella creazione di posti di lavoro e soprattutto nelle loro capacità di adattamento alle esigenze dello sviluppo armonico del territorio nel quale operano, preservandone nel contempo la cultura, le tradizioni e l’ambiente naturale. Nelle cooperative, impresari sono gli stessi lavoratori e la produzione di beni e servizi è commisurata alle esigenze sia di chi lavora, sia del territorio su cui queste imprese operano.

 

Nazioni_Unite-il_2012_dedicato_alle_imprese_cooperative_oltre_che_allenergia_sostenibile-2.jpgLo sviluppo è un diritto umano, come ha affermato la dichiarazione delle Nazioni Unite del 4 dicembre 1986. Ogni persona ha il diritto di partecipare e contribuire allo sviluppo economico, sociale e culturale, così come di usufruire dei benefici dello sviluppo, perché nello sviluppo si realizzano i diritti umani e le libertà fondamentali degli individui. Ebbene, l’attuale modello di sviluppo economico mondiale non è tale da realizzare questo diritto, come ha sostenuto il Direttore generale dell’ILO (l’Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite), Juan Somavia. Lo sviluppo economico attuale, infatti, ha aumentato le diseguaglianze e le iniquità e alimenta un crescente senso di emarginazione sociale per tanti popoli. La disoccupazione è in crescita in tutto il mondo, i posti di lavoro diminuiscono nonostante la popolazione aumenti, la qualità del lavoro di chi è occupato è in una generale fase di degrado e, con la crisi economica, si sta profilando una crisi ancor più grave, quella dello sviluppo umano, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

L’anno internazionale delle imprese cooperative rappresenta l’opportunità per dimostrare che l’integrazione sociale, la creazione di posti di lavoro, la dignità del lavoro e l’equità tra i lavoratori possono essere raggiunte con una economia basata sulle imprese cooperative. Proprio per questo, le politiche di sviluppo economico devono sostenere prioritariamente il lavoro cooperativo, anche attraverso l’integrazione delle imprese cooperative e la formazione dei giovani al lavoro cooperativo.

Come ha osservato Sha Zukang, il Sotto-segretario Generale delle Nazioni Unite per gli affari sociali e Presidente della prossima Conferenza Rio+20, il modello di imprese cooperative, se opportunamente incoraggiato e sostenuto anche dall’innovazione tecnologica e dal trasferimento di nuove tecnologie, rappresenta la base per lo sviluppo di una economia sostenibile, rispettosa dell’ambiente e capace di promuovere la crescita e l’integrazione sociale; in altre parole, rappresenta una premessa concreta per lo sviluppo della green economy e la creazione di green jobs.

“Siamo perfettamente consapevoli dell’importanza delle imprese cooperative, così come delle piccole e medie imprese tipiche della nostra realtà italiana, per promuovere e attuare le iniziative internazionali sulla green economy e per le loro capacità di promuovere i green jobs” – ha detto Marco Casagni, responsabile delle attività di trasferimento tecnologico dell’ENEA – “Il ruolo ENEA come Agenzia per lo sviluppo economico sostenibile è proprio quello di favorire in Italia l’avvio di una green economy e di una nuova formazione professionale, non solo attraverso la sostenibilità degli usi dell’energia, ma soprattutto attraverso i processi di innovazione tecnologica delle piccole e medie imprese e il trasferimento dei risultati della ricerca, utilizzando anche la Enterprise Europe Network per assicurare il necessario apporto di conoscenze e competenze multidisciplinari utili per la transizione verso la green economy”.

(Paola Molinas)

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