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Disinquinare corpi idrici dal petrolio? Si può, grazie alle nanotecnologie

Ricercatori del MIT di Boston (Massachusetts Institute of Technology) hanno sviluppato una nuova tecnica che consente di separare magneticamente il petrolio dall’acqua.

Questa tecnica farebbe finalmente fronte al problema dell’inquinamento causato dalle fuoriuscite di greggio e consentirebbe inoltre una notevole riduzione di costi per la ripulitura delle acque inquinate, in quanto il petrolio recuperato potrebbe essere riutilizzato.

I risultati della ricerca, condotta da un’equipe guidata da Shahriar Khushrushahi del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Informatica del MIT, di cui fanno parte anche i professori Markus Zahn e T. Alan Hatton, verranno presentati alla 13th International Conference on Magnetic Fluids che avrà luogo a New Delhi nel prossimo gennaio.

La ricerca condotta, sulla quale l’equipe ha già presentato due brevetti, si basa sull’inserimento di nano-particelle ferrose idro-repellenti all’interno del petrolio, in grado di trasformarlo in un liquido magnetico noto con il nome di ferro fluido. Una volta avvenuta questa trasformazione, il ferro fluido potrà essere separato dall’acqua mediante magneti che attireranno la miscela nell’impianto di pompaggio, dove questa verrà lavorata al fine del suo riutilizzo.

“I risultati di questa ricerca sono molto interessanti per il disinquinamento dei corpi idrici contaminati da petrolio soprattutto perché in grado di facilitare un rapido recupero del petrolio sversato” – ha detto Massimo Maffucci, esperto ENEA di bonifiche e riqualificazione ambientale – “Tuttavia, questa tecnologia potrebbe non essere economicamente conveniente, nonostante la sua efficacia tecnologica” – ha aggiunto Maffucci – “perché l’aggiunta dell’additivo (nano-particelle ferrose) al petrolio per la sua trasformazione in ferro fluido comporta dei costi presumibilmente elevati”.

(Paola Molinas)

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