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L’esperienza di Sogin per il decommissioning della centrale nucleare del Garigliano

di Severino Alfieri, Direttore Disattivazione Centrali, Sogin SpA

 

DOI 10.12910/EAI2017-061

Le centrali nucleari di prima e seconda generazione erano state progettate senza pensare che al termine del loro ciclo di vita si sarebbero dovute smantellare. Per questa ragione il decommissioning nucleare richiede professionalità, competenze distintive e tecnologia innovativa. L’Italia, con Sogin, è impegnata in questa sfida su otto siti: le quattro centrali di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta) e gli impianti del ciclo del combustibile nucleare Eurex di Saluggia (Vercelli), FN di Bosco Marengo (Alessandria), Opec e Ipu di Casaccia (Roma) e Itrec di Rotondella (Matera). Nella centrale del Garigliano è stato demolito il camino, alto quasi 100 metri, dopo averlo decontaminato al suo interno. Un progetto tutto made in Italy che dimostra che l’Italia in questo campo ha maturato un know-how spendibile anche all’estero

Il decommissioning (smantellamento) di un impianto nucleare è l’ultima fase del suo ciclo di vita. Questa attività si concretizza in una serie operazioni che, continuando a garantire il mantenimento in sicurezza, riguardano, in termini generali:

  • la progettazione dei lavori;
  • l’allontanamento del combustibile nucleare irraggiato per il riprocessamento;
  • la decontaminazione;
  • lo smantellamento delle installazioni nucleari e la gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.

Nel nostro Paese tutte queste attività sono svolte da Sogin, la Società pubblica che ha proprio la responsabilità di smantellare gli impianti nucleari e gestire i rifiuti radioattivi. Oltre alle quattro centrali nucleari italiane di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta) e all’impianto FN di Bosco Marengo (Alessandria), Sogin gestisce il decommissioning degli ex impianti di ricerca Enea Eurex di Saluggia (Vercelli), Opec e Ipu di Casaccia (Roma) e Itrec di Rotondella (Matera).

L’obiettivo del decommissioning è riportare le otto aree che oggi ospitano gli impianti a green field, cioè a una condizione priva di vincoli radiologici alla quale è possibile giungere non solo con lo smantellamento di tutte le strutture (fase di brown field) ma anche con il graduale conferimento dei rifiuti radioattivi al Deposito Nazionale, una volta disponibile. Il Deposito Nazionale sarà infatti un’infrastruttura ambientale di superficie dove saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi prodotti, generati dall’esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. …

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