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La security e le tecnologie nucleari

di Nadia Cherubini, Violeta Lazic e Antonietta Rizzo, ENEA

DOI 10.12910/EAI2017-063

Il quadro geopolitico internazionale ha acuito le preoccupazioni per un uso illecito di materiali radioattivi da parte di gruppi terroristici. Un’efficace opera di prevenzione e contrasto a questa minaccia non può prescindere dall’utilizzo delle più avanzate tecnologie da parte delle autorità preposte alla sorveglianza, viste in questo caso come utenti finali delle tecnologie stesse. L’ENEA nel corso degli anni si è affermata come punto di riferimento nell’intercettare le loro particolari esigenze e sviluppare di conseguenza tecnologie dispiegabili sul campo. In particolare, attraverso la partecipazione a progetti di ricerca internazionali, l’ENEA ha sviluppato due dispositivi che possono contribuire a evitare e impedire l’opera di contrabbando del materiale necessario per confezionare una “bomba sporca”, cioè un dispositivo capace di accoppiare la minaccia esplosiva a quella di un rilascio radiologico. Si tratta del sistema laser ILS (Integrated Laser System) e di quello a neutroni NAI (Neutron Active Interrogation system) che sono stati anche testati in condizioni più possibili vicine a quelle reali

Il 14 giugno 2017 il porto di Charleston nel South Carolina è rimasto chiuso per più di sette ore a causa dell’allarme lanciato dall’intelligence statunitense circa la presenza in un container di una bomba sporca. I controlli hanno poi permesso di verificare l’infondatezza della minaccia consentendo il ripristino del normale traffico commerciale. Tuttavia questo è indicativo di quanto sia alta l’allerta su tale tipo di minaccia. Questo perché, malgrado nessun piano di attacco terroristico che prevede l’uso di una bomba sporca o, in termini tecnici, di un Radiological Dispersal Device (RDD), sia mai stato ultimato, esso rimane uno dei più temuti scenari dagli esperti di antiterrorismo. …

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