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Intervista

Dario Franceschini,
Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

A cura di Gaetano Borrelli

Signor Ministro, sono in molti a ritenere che dalla conoscenza, conservazione,  protezione, valorizzazione del patrimonio culturale possano derivare benefici di vasta portata, non soltanto in una prospettiva di tutela di beni di valore inestimabile per il  nostro Paese.  È possibile sintetizzare le strategie del Ministero su questo fronte?

Questo Governo si è mosso lungo due principali direttrici. In primo luogo, ha profondamente riformato la governance dei musei statali, che da semplici uffici delle Soprintendenze sono diventati realtà autonome, affidate a un direttore con funzioni dirigenziali selezionato tramite un bando internazionale per le realtà più significative o rette da funzionari che rispondono al direttore del polo museale di ogni singola regione. I musei ora godono di un proprio statuto, hanno un consiglio di amministrazione e un consiglio scientifico e gestiscono il proprio bilancio. I risultati sono stati immediati. Nel 2015 i musei hanno raggiunto il record assoluto di 43 milioni di visitatori, un risultato straordinario che le tendenze di quest’anno sembrano confermare: nel primo semestre del 2016 i visitatori dei musei statali sono aumentati del 4%, mentre gli incassi sono cresciuti del 10%. In secondo luogo, ha aperto in maniera significativa ai privati introducendo l’Art Bonus, un’agevolazione fiscale senza eguali in Europa per chi investe in cultura. Nei primi due anni di applicazione sono stati raccolti oltre 120 milioni in favore di 714 progetti di tutela del patrimonio culturale pubblico e di sostegno alle attività dei teatri e delle fondazioni liriche, soprattutto da parte di imprese e fondazioni bancarie. …

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