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Un nuovo modo di comunicare l’arte: i musei virtuali

di Ester Palombo, ENEA

DOI 10.12910/EAI2016-062

Un settore in continua crescita ed evoluzione, al passo con le nuove tecnologie che anche in Italia ha registrato casi esemplari su cui investire ancora di più per lo sviluppo economico e culturale del Paese

La definizione di museo accettata dall’intero mondo scientifico è quella dettata dall’International Council Of Museums – UNESCO (ICOM):

“A museum is a non-profit, permanent institution in the service of society and its development, open to the public, which acquires, conserves, researches, communicates and exhibits the tangible and intangible heritage of humanity and its environment for the purposes of education, study and enjoyment”.

Il museo ha il compito non solo di acquisire e conservare le opere patrimonio dell’umanità ma anche quello di comunicare le opere. È forse questo l’aspetto finale ma anche estremamente delicato del processo. Una comunicazione efficace è non solo auspicabile ma assolutamente necessaria in ogni aspetto della vita umana. Allo stesso modo è oramai impensabile rapportarsi alla comunicazione attuale escludendo le nuove tecnologie e il web 2.0.

La comunicazione attraversa spazi e distanze, temporali e fisiche, prima inimmaginabili, raggiungendo un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. Si è scardinato il concetto di esclusività di pubblico per aprirsi sempre di più al concetto di fruibilità totale. Se dal 1600 in poi solo pochissimi membri fortunati dell’èlite avevano la possibilità di aprire i propri orizzonti culturali attraverso il Grand Tour, ora fasce sempre più ampie della popolazione mondiale possono usufruire di strumenti tecnologici all’avanguardia per accedere a un patrimonio comune e vastissimo …

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