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Le strategie regionali per l’economia circolare

di Roberta De Carolis e Flavio Scrucca

DOI 10.12910/EAI2019-028

Le interviste condotte da ENEA in tre regioni nell’ambito del progetto CICERONE evidenziano una crescente attenzione delle Strategie di Specializzazione Intelligente all’economia circolare come driver di innovazione e contrasto al climate change. Tuttavia, emerge anche la necessità di esplicitare il concetto di economia circolare nei programmi futuri e l’importanza di creare un osservatorio/piattaforma gestito da ente tecnico regionale che possa coordinare e sistematizzare funzioni e attività e assicurare il raccordo tra le competenze sul territorio

di Roberta De Carolis e Flavio Scrucca, Sezione Supporto al coordinamento delle attività sull'Economia Circolare, Priscilla Reale, Laboratorio Micro e Nano strutture per la Fotonica e Claudia Brunori, resp. Divisione Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli

Il concetto di Smart Specialization Strategy (Strategia di Specializzazione Intelligente - S3) è stato sviluppato a livello europeo per indicare strategie di innovazione, flessibili e dinamiche, elaborate a livello regionale, ma valutate e organizzate a livello nazionale. L’obiettivo è evitare la frammentazione degli interventi per ricerca e innovazione, ma anche di far leva sulle aree di produzione di eccellenza, tenendo conto del posizionamento strategico territoriale e delle prospettive di sviluppo in un quadro economico globale. Le Regioni di tutti gli Stati membri sono chiamate a elaborare le S3 a partire dalle risorse e dalle capacità di cui dispongono, sulla base delle proprie esigenze, delle specializzazioni tecnologiche e del potenziale di innovazione. Dalle S3 derivano poi i programmi di investimento che generano i singoli bandi di finanziamento.

Tuttavia, recentemente, a livello europeo, è emersa la necessità di omogeneizzare i programmi di finanziamento dedicati in modo particolare all’economia circolare affinché si realizzi un’efficace transizione, tenuto conto che, a fronte di ingenti risorse stanziate, i risultati sono inferiori alle attese. Da questa esigenza è nata la call Horizon Coordination and Support Action lanciata dalla Commissione per individuare soluzioni che coinvolgano diversi gestori di programmi di finanziamento attraverso iniziative congiunte a livello europeo. ENEA è stata selezionata nell’ambito di questa call con il progetto CICERONE1 che si propone di definire un’Agenda strategica Europea per la Ricerca e l’Innovazione nel settore dell’economia circolare, che ottimizzi la programmazione e l’utilizzo delle risorse finanziarie, evitando frammentazioni e duplicazioni, ma anche di promuovere la presentazione di progetti congiunti da parte delle regioni e delle istituzioni a livello europeo.

Quattro aree strategiche di intervento

In questo contesto verranno delineati quattro progetti pilota, uno per ciascuna delle quattro aree strategiche di attività individuate ai fini della transizione verso l’economia circolare: catena di valore; sistemi industriali; aree urbane; territorio e mare.
Per approfondire i programmi di finanziamento regionali esistenti ENEA ha intervistato funzionari e dirigenti di tre Regioni con una più evidente “vocazione” sul tema dell’economia circolare, l’Emilia-Romagna, l’Umbria e la Puglia, al fine di individuare sovrapposizioni, carenze e promuovere azioni condivise anche a livello nazionale. Nella Tabella 1 si riportano i contenuti generali delle interviste.

ContenutoInformazioni ottenute
Informazioni generali Inquadramento del programma, incluse risorse dedicate
Obiettivi Obiettivi del programma – Misura delle circolarità (eventuali KPI) – Interventi per stimolare la collaborazione
Selezione Processo di selezione, con particolare riferimento alla misura attesa della circolarità
Monitoraggio Metodo e tempistiche di valutazione dei risultati dei progetti in corso
Valutazione Fattori di successo (e di insuccesso) dei progetti terminati
Follow-up Necessità emerse a valle dei risultati ottenuti

Tab. 1  Contenuti generali delle interviste  a funzionari e dirigenti di tre Regioni sul tema dell’economia circolare

In generale, le risposte hanno evidenziato che:

  • La collaborazione come fattore strategico è complessivamente incoraggiata, valutata e in alcuni casi è un requisito di ammissione al finanziamento.
  • È emersa una generale preoccupazione (e in alcuni casi diffidenza) verso programmazioni congiunte con altre regioni italiane ed europee in assenza di chiaro indirizzo a livello centrale, ed è stata sottolineata la necessità di programmazione interregionale.
  • È apparsa auspicabile la creazione di un osservatorio/piattaforma gestito da ente tecnico regionale che assicuri il raccordo tra le competenze regionali sull’economia circolare e che sia in grado di coordinare e sistematizzare funzioni e attività (la Regione Lombardia ha avviato una consultazione di stakeholder su temi attinenti all’economia circolare).
  • Nei programmi regionali dedicati all’economia circolare (e sue declinazioni) non appare ancora significativa la presenza di indicatori specifici in grado di misurare il potenziale impatto dei risultati sulla transizione verso questo nuovo modello economico.

Le interviste alle Regioni – L’Emilia-Romagna

A livello di singole Regioni, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna l’intervista ha previsto i seguenti quesiti: “la collaborazione (catena del valore; società; interfunzionale) è di particolare importanza per l’economia circolare. In che modo il programma promuove la collaborazione? Esistono e come vengono utilizzati gli indicatori nelle fasi di selezione, monitoraggio e valutazione del programma?”

Rispetto al primo, è emerso che la collaborazione viene ritenuta di particolare importanza per l’economia circolare, quale mezzo per stimolare la diffusione e l’innovazione della conoscenza. La collaborazione, inoltre, è un requisito di ammissione al finanziamento dei programmi e viene promossa la formazione di consorzi.

In tema di indicatori, è emerso che all’avvio del programma regionale di finanziamento non sono stati definiti indicatori di economia circolare, perché questo concetto non era ancora del tutto condiviso; tuttavia, erano obbligatori, pena l’esclusione, obiettivi misurabili e credibili, alcuni dei quali legati alla sostenibilità (come la % di risparmio di CO2).

Nell’insieme, dalle interviste emerge che l’economia circolare in Emilia-Romagna viene correttamente vista come un processo complesso, che mira a chiudere il ciclo su tutta la catena del valore, dalla progettazione al fine vita dei prodotti; questo richiederebbe la presenza di grandi aziende in grado di costruire l’intera catena di approvvigionamento a fronte di un tessuto industriale che invece è composto prevalentemente da piccole e medie imprese. Questo fattore di debolezza potrebbe essere risolto incoraggiando la simbiosi industriale, che risulta però ostacolata da vincoli normativi.

Le interviste alle Regioni – L’Umbria

Gli stessi quesiti sono stati utilizzati per le interviste riguardanti l’Umbria: al primo è stato risposto che la collaborazione è stata la base dei progetti finanziati all’interno degli obiettivi specifici e si è sviluppata anche a livello interregionale. Rispetto al secondo, è emerso che non sono stati definiti indicatori specifici relativi all’economia circolare, ma che ve ne sono altri legati agli obiettivi specifici del programma, legati alla sostenibilità, tra i quali:

  • contributo del progetto alla riduzione del consumo di energia fossile e delle emissioni inquinanti
  • riduzione del consumo lordo di elettricità da combustibili fossili
  • massimizzazione del contributo all’autosufficienza energetica dell’impresa
  • rapporto tra costi di investimento e riduzione del consumo lordo di elettricità da combustibili fossili

Per monitorare i progetti finanziati, è stato creato uno specifico sistema (SMG 2014-2020) che comprende sia gli indicatori di produzione sia di performance e include una valutazione complessiva ai fini dei progressi per area di specializzazione intelligente.

Le interviste alle Regioni – La Puglia

La Regione Puglia ritiene auspicabile e di grande rilievo una collaborazione a livello interregionale su settori strategici e filiere al fine di definire azioni condivise e di miglioramento più efficaci. Ad oggi non sono previsti specifici indicatori per l’economia circolare (come invece in altri settori, dal risparmio energetico alla riduzione delle emissioni  CO2), ma si ritiene importante procedere alla loro definizione e introduzione anche sulla base di linee guida e indicazioni di Enti terzi. La possibilità di disporre di indicazioni/suggerimenti/raccomandazioni provenienti da soggetti “esterni”, anche su diversi livelli (informale/operativo – ad es. linee guida fornite da ENEA – e livello formale/prescrittivo – Ministero) per la definizione di indicatori per la circolarità in fase di selezione e monitoraggio è considerata un’opportunità molto positiva.

Il programma della Regione Puglia è stato avviato nell’ambito del quadro strategico definito dalla S3 Regionale per gli interventi delle politiche di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione. Al momento dell’avvio, il tema dell’economia circolare non era stato inserito esplicitamente, tuttavia la S3 comprende due Aree Prioritarie di Innovazione fortemente attinenti: ‘Manifattura Sostenibile’ e ‘Salute dell’uomo e dell’ambiente’.

Un ulteriore intervento migliorativo passa per l’individuazione strategica di un numero circoscritto di aree dove realizzare progetti ed iniziative di economia circolare, in modo da facilitare il controllo e il monitoraggio risultati/conseguenze ed evitare il moltiplicarsi e sovrapporsi di azioni.

Conclusioni

Il concetto di Smart Specialization Strategy (Strategia di Specializzazione Intelligente - S3) è stato sviluppato a livello europeo e indica strategie di innovazione, flessibili e dinamiche, elaborate a livello regionale, ma valutate e organizzate a livello nazionale. In Italia le S3, sviluppate a livello regionale, mostrano, in linea generale, una crescente attenzione alle tematiche dello sviluppo sostenibile e, più recentemente, all’economia circolare come driver di innovazione nonché di mitigazione dei cambiamenti climatici. Le interviste condotte da ENEA nell’ambito del progetto CICERONE, nato con l’obiettivo definire l’Agenda strategica di priorità di ricerca ed innovazione nel campo dell’economia circolare e di proporre programmi congiunti, confermano la necessità di definire azioni coordinate, ma attualmente risultano diversi ostacoli. Primo tra tutti la necessità di esplicitare il concetto di economia circolare nei programmi futuri, ma anche l’importanza di creare un osservatorio/piattaforma gestito da un ente tecnico regionale che assicuri il raccordo tra le competenze regionali e possa coordinare e sistematizzare funzioni e attività.

 


(1) Il progetto è coordinato dalla Climate KIC; ENEA è il coordinatore scientifico http://cicerone-h2020.eu

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