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Gli insetti come fonte alternativa di proteine

di Vittorio Bava - Diptera Srl

DOI 10.12910/EAI2016-044

Con l’aumento della popolazione mondiale e del reddito medio globale sta crescendo anche il consumo di proteine animali. Gli allevamenti a terra e in acqua richiedono quantità sempre maggiori di proteine e diventa sempre più difficile ottenerle in maniera sostenibile. Gli insetti rappresentano una fonte alternativa di proteine molto sostenibile, ma poco considerata finora. Il potenziale per lo sviluppo di questo nascente settore è enorme, sebbene vi sia ancora poca chiarezza legislativa. Questo lavoro prende come spunto l’esperienza di Diptera Srl, azienda italiana attiva nella produzione di prodotti derivati da insetti destinati alla nutrizione animale, per trattare il tema degli insetti come fonte alternativa di proteine

La popolazione mondiale continua a crescere inesorabilmente: al momento della redazione del presente articolo, sul nostro pianeta si contano quasi 7,5 miliardi di persone e le proiezioni sembrano indicare il superamento dei nove miliardi entro il 2050.

Di questi 7,5 miliardi di persone, meno di due miliardi possono essere considerati appartenenti all’attuale classe media globale, ma questo numero sembra destinato a crescere rapidamente fino a raggiungere i cinque miliardi entro il 2030.

Queste due dinamiche sono particolarmente rilevanti quando si pensa al consumo di proteine animali che è correlato con la popolazione e con il reddito: chi esce dalla povertà di solito incrementa il proprio consumo di carne e pesce, a cui aspirava durante gli anni più duri. Questo fenomeno rappresenta un enorme problema di sostenibilità, infatti attualmente l’80% della superficie agricola è destinata a foraggi e alimenti per animali. Gli allevamenti sono responsabili di circa il 20% delle emissioni di gas serra globali, maggiore che per le automobili; infatti, il metano, prodotto dalla digestione dei grandi animali è un gas serra quattro volte più potente dell’anidride carbonica. Inoltre, per produrre la farina di pesce, uno degli ingredienti fondamentali per la nutrizione di pesci e animali monogastrici (principalmente avicoli e suini), è già utilizzato più di un terzo di tutto il pescato. Si è così innescato un circolo vizioso: più pesce viene pescato e meno ne rimane per la riproduzione; meno pesce c’è e più il prezzo sale; più il prezzo sale e più alto è l’incentivo a pescarne di più, spesso anche illegalmente, sforando le quote pesca.         
L’aumento della domanda di carne e pesce porrà delle sfide colossali all’umanità, perché al momento non si hanno abbastanza risorse per riuscire ad espandere la produzione di animali senza creare gravi problemi ambientali.  L’impedimento principale per l’espansione della produzione animale sono le proteine, necessarie per l’accrescimento degli animali allevati. È imperativo, quindi, trovare soluzioni alternative a quelle attuali. …

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